Mentre il Comune di Cocquio Trevisago lanciava l’ennesimo appello alla cautela verso gli sconosciuti, una nuova truffa colpiva una pensionata a pochi chilometri di distanza, a Brebbia. Una donna anziana è stata infatti ingannata da un falso addetto municipale, che si è presentato a casa sua con una pettorina e una storia ben orchestrata, riuscendo a farsi consegnare soldi e gioielli.
La truffa ha seguito uno schema già noto: l’uomo, fingendosi inviato per “rilevamenti comunali”, ha convinto la signora che l’acqua potabile poteva essere contaminata e che era necessario un controllo sui rubinetti. Dopo aver creato vapore nel lavandino per rendere la storia più credibile, l’uomo ha suggerito alla donna di spostare i suoi oggetti di valore dal loro nascondiglio alla cella frigorifera, per ”prevenire esplosioni”. Poco dopo, confusa e preoccupata, la pensionata si è ritrovata derubata di una somma non ancora quantificata ma stimata in migliaia di euro. Il fatto è stato denunciato ai carabinieri di Besozzo, che stanno raccogliendo i dettagli del caso, analogo a un altro avvenuto un mese fa a Bardello.
A seguito di questi episodi, il Comune di Brebbia ha pubblicato un decalogo per prevenire le truffe, raccomandando alla popolazione anziana di non aprire la porta a sconosciuti, di evitare di custodire somme elevate di denaro in casa e di diffidare di chiunque si presenti con richieste di denaro. Inoltre, è stato sottolineato l’importanza di segnalare tempestivamente tentativi di truffa, affinché le forze dell’ordine possano intervenire per evitare che altri incorrano nella stessa esperienza.
Nonostante le istituzioni e le forze dell’ordine continuino a sensibilizzare la comunità con vademecum e incontri pubblici dedicati ai cittadini più vulnerabili, i raggiri sembrano ripetersi, sfruttando ogni volta l’elemento sorpresa e il bisogno di fiducia delle vittime.