Busto Arsizio, siglato il “Patto di cogestione dell’Area storica della Biblioteca comunale”

Tra pochi giorni, i ragazzi potranno accedere in autonomia ad alcuni spazi dell’ala storica della Biblioteca, la sera fino alle 23.30, la domenica e i festivi, per 365 giorni l'anno (foto dal sito del Comune di Busto Arsizio)

Nell’ambito del progetto “BiblioChangers”, con cui l’Amministrazione ha vinto un importante bando ministeriale, è stato sottoscritto ieri con una sessantina di studenti universitari il “Patto di cogestione dell’Area storica della Biblioteca comunale G.B. Roggia”.

Tra pochi giorni, i ragazzi potranno accedere in autonomia ad alcuni spazi dell’ala storica della Biblioteca, la sera fino alle 23.30, la domenica e i festivi, per 365 giorni l’anno: potranno, oltre a studiare e leggere, organizzare cineforum, incontri, dibattiti, conferenze, realizzare podcast, video e anche bere e mangiare, ma dovranno poi pulire tutto e smaltire correttamente i rifiuti.

Tra le regole che i giovani sono tenuti a osservare l’obbligo di rispettare ambienti e arredi, il divieto di far entrare persone non autorizzate, l’impegno a collaborare alla coprogettazione delle attività culturali previste dal progetto. L’ingresso sarà possibile attraverso un lettore di impronte digitali solo ai ragazzi che hanno accettato di sottoscrivere il patto. La permanenza sarà in sicurezza, attraverso un impianto di videosorveglianza interna. La chiusura sarà a cura di una agenzia di vigilanza.

“Un’iniziativa che non ha pari, che noi si sappia, perché mai è stato dato uno spazio così strutturato, per giunta una biblioteca, in gestione autonoma a un gruppo di ragazzi. È un atto di fiducia nei loro confronti, è un atto di supporto alla loro crescita, alla loro responsabilizzazione, ma è anche un grande atto di libertà culturale – osserva l’assessore alla Cultura che ha firmato il patto insieme al sindaco Emanuele Antonelli -. I ragazzi potranno accedere a uno spazio di cultura dove creeranno nuovi contenuti culturali, a patto di preservare la bellezza degli spazi che vengono a loro destinati. Una piccola rivoluzione nell’ambito del progetto BiblioChangers che evoca chiaramente il non solo il cambiamento della biblioteca, ma un cambiamento mentale, un cambiamento culturale”.

“Si crea una nuova comunità, un nuovo modo di concepire e vivere la comunità, un nuovo modo di concepire e vivere le relazioni, una nuova poetica degli spazi. Lo spazio della biblioteca si apre a un’interazione inedita che speriamo possa essere davvero un primo passo non solo perché altre realtà possano prendere un fecondo esempio da noi, ma anche per questa nostra città dove la rivoluzione culturale sembra proprio nel DNA”.