Verbania, avvocato (già sospeso) raggirava parenti di una persona disabile: denunciato

Il professionista, che non poteva esercitare dal 2017 dopo una condanna per reati legati alla sua attività, aveva fatto credere alla famiglia di essere stato nominato amministratore di sostegno e quindi autorizzato a esercitare le relative funzioni. Si era fatto consegnare denaro: ecco come agiva

VERBANIA – I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Verbania hanno denunciato un avvocato per usurpazione di funzioni pubbliche, truffa aggravata e appropriazione indebita. I fatti risalgono al periodo tra aprile e ottobre 2023 quando il professionista aveva fatto credere ai parenti di una persona in condizioni di disabilità, di essere stato nominato amministratore di sostegno e quindi autorizzato a esercitare le relative funzioni. In realtà nessuno lo aveva mai investito di quell’incarico.

Il legale aveva fatto credere ai familiari di essersi attivato per le richieste di pensione di invalidità e accompagnamento facendosi consegnare la somma di 1500 euro quale compenso per la sua attività professionale. Entrato nella parte, presentava richieste di ricovero dell’assistito in strutture ospedaliere o riabilitative, intratteneva rapporti con gli assistenti sociali e con il personale sanitario e addirittura autorizzava le visite di terzi presso le strutture ove il paziente era ricoverato.

L’inganno stava funzionando così bene che il finto amministratore di sostegno, dopo aver ricevuto sul proprio conto corrente la somma di 3.500 euro (a titolo di locazione di un immobile di proprietà del degente), ha omesso di versare tale somma ai familiari del degente che ne avevano ripetutamente chiesto la consegna. Per quest’ultimo episodio l’uomo dovrà rispondere anche di appropriazione indebita.


Le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, sono partite a marzo di quest’anno. I militari sono riusciti a ricostruire l’intera vicenda accertando che il professionista, forte della pregressa amicizia con la famiglia del degente, ha approfittato, senza farsi scrupoli, non solo delle condizioni di grave disabilità dell’uomo, ma anche dello stato psicologico dei familiari.

A completare il quadro accusatorio della Procura anche il fatto che l’uomo non poteva più praticare la professione da quando, nel 2017, era stato sospeso dall’Albo forense dopo una condanna per reati legati alla sua attività. Il rinvio a giudizio è stato notificato anche all’ordine degli avvocati di Verbania, dove il legale, benché sospeso, risulta ancora iscritto.