Andrea Volpe, oggi quarantottenne, si proclama un uomo diverso, trasformato dall’amore e dalla sofferenza. A “Repubblica” e nel suo recente libro, descrive il risveglio della sua coscienza e la scoperta dell’affettività, alimentata dall’amore per il marito, malato di AIDS e in condizioni critiche. Questo dolore, racconta, ha cambiato il suo rapporto con la vita e la famiglia, quella stessa famiglia che sente di perdere.
“Istinto omicida”
“Se non mi avessero fermato, avrei continuato a uccidere,” ammette, senza mezzi termini. Volpe confessa che anche senza le Bestie di Satana avrebbe comunque sviluppato un istinto omicida. Tuttavia, afferma che non avrebbe mai ucciso un familiare, un confine che considera invalicabile, simbolo del suo legame con la famiglia, oggi fonte di forza e fragilità. Volpe, noto anche come seduttore e manipolatore, fece innamorare diverse giovani, come Elisabetta Ballarin, che per lui pagò un prezzo altissimo, con una condanna a ventitré anni. Elisabetta, oggi 34enne, vive all’estero, lontana dalle cronache che ancora evocano la sua associazione con le atrocità delle Bestie.
“Vittima sacrificale”
Nel gennaio 2004, Volpe uccise la sua ex fidanzata Mariangela Pezzotta, in un villino a Golasecca, lo stesso in cui visse con Elisabetta. “Penso a lei ogni giorno,” confessa, riconoscendo che la sua morte fu un “punto di svolta” per far emergere le nefandezze della setta. Nonostante questo, nel 2018, mentre era in carcere a Ferrara, Volpe propose a un compagno di cella di uccidere il figlio di un magistrato, un presidente di tribunale e un’educatrice. Solo più tardi, sostiene, ha scoperto “l’amore che redime.”