Ritardi aerei: le cause dei record negativi del 2024

Conflitti geopolitici, carenza di personale e sovraccarico di rotte: tutte le cause del caos aereo del 2024 e le richieste di riforma.

Quella che ci siamo messi alle spalle da qualche giorno è stata probabilmente la più difficile estate nella storia recente dell’aviazione civile, ma anche di record per l’Italia e la Lombardia. I dati ufficiali parlano infatti di record assoluti per quanto riguarda ritardi accumulati e numero di voli cancellati. E a questi vanno aggiunti gli scioperi sempre più frequenti, le problematiche tecniche negli aeroporti, il maltempo e la situazione geo-politica internazionale che hanno reso volare davvero difficilissimo. Ma quali sono le cause di questa complessa situazione? E quali sono le possibili soluzioni per il futuro? Proveremo a capirlo nei prossimi paragrafi.

I numeri dell’estate 2024

Iniziamo questo approfondimento dai numeri ufficiali recentemente pubblicati da Eurocontrol, la principale agenzia europea di vigilanza del traffico aereo. Secondo Eurocontrol tra giugno e agosto ci sono stati 3,13 milioni di voli sulle rotte del Vecchio Continente. 3,13 milioni di voli che hanno accumulato ritardi per 16,9 milioni di minuti: quasi il 45% in più rispetto al 2019 e il 48% in più dello scorso anno. Dati che hanno fatto schizzare il ritardo medio per volo dai 3,7 minuti di cinque anni fa ai 5,4 minuti di quest’anno.

Le principali cause di ritardo del volo

I numeri che abbiamo appena analizzato hanno causato non pochi problemi per i passeggeri che spesso si sono ritrovati costretti a lunghissime attese in aeroporto o addirittura a posticipare la partenza per le vacanze a causa di una cancellazione improvvisa del volo. Per fortuna, sia per i ritardi aerei che per le cancellazioni improvvise, la legge garantisce ampie tutele per le vittime dei disservizi sotto forma di risarcimenti, rimborsi e compensazioni economiche. Rimborsi che, come si legge sulle pagine di AirHelp, società che si occupa della tutela dei viaggiatori e sul cui sito possono essere controllati lo stato dei voli e possibili ritardi aerei, possono arrivare anche a 600 euro, a seconda della lunghezza del volo e del ritardo accumulato.

Fortunatamente, sia per i ritardi aerei che per le cancellazioni improvvise, la legge offre una vasta gamma di tutele per i viaggiatori colpiti da questi disservizi, sotto forma di risarcimenti, rimborsi e compensazioni economiche. Come riportato da AirHelp, una società specializzata nella protezione dei diritti dei passeggeri aerei, è possibile ottenere rimborsi che possono arrivare fino a 600 euro, in base alla lunghezza del volo e al ritardo accumulato. Sul sito di AirHelp è anche possibile verificare eventuali ritardi aerei e controllare lo stato dei voli.

Ma al di là dei risarcimenti, la situazione non dovrebbe risolversi a breve, secondo gli esperti. Questo perché le condizioni attuali sono il frutto della sovrapposizione di più problematiche in contemporanea. Alcuni addetti ai lavori hanno puntato il dito sulla programmazione degli operatori che spesso hanno annunciato nuove rotte e servizi senza in realtà avere i mezzi per coprirli, sia a livello di personale che di velivoli.

A questo va aggiunto il problema dello staffing degli aeroporti. A causa della pandemia il personale tecnico è stato ridotto numericamente e oggi, con il ritorno della domanda ai livelli del 2019 c’è un’enorme carenza di controllori e addetti ai lavori qualificati.

Altro grande problema la riduzione dei corridoi percorribili. Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina ha di fatto ridotto lo spazio aereo, intasando le rotte verso Paesi come Ungheria, Croazia e Slovenia e ha reso decisamente più problematici i voli versi l’Asia.

La crisi in Medio Oriente rischia di peggiorare la situazione

Come se non bastasse il conflitto russo-ucraino, in questi giorni sono arrivate anche le crescenti tensioni in Medio Oriente a rendere ancora più difficile la situazione per chi vola. Moltissime compagnie hanno deciso di deviare o cancellare i voli verso Paesi come il Libano e il Kuwait causando non pochi disagi anche all’interno degli scali regionali.

La stessa EASA, organo europeo per la sicurezza aerea, ha emesso un bollettino informativo sulle zone “calde” della Regione, consigliando agli operatori di evitare alcuni spazi aerei come quelli iraniano, israeliano e libanese. Compagnie che, dal canto loro, avevano già pensato di cancellare i voli verso i Paesi interessati dal conflitto e che hanno dichiarato che i collegamenti saranno interrotti almeno fino alla metà del mese di ottobre.

Ryanair chiede all’Europa una riforma dell’ATC

La complessità del quadro generale, nel frattempo, spinge le compagnie aeree a chiedere riforme e nuove politiche europee sull’aviazione. La prima ad alzare la voce è stata Ryanair che il 30 settembre scorso si è ritrovata ad affrontare l’ennesima giornata nera per quanto riguarda i ritardi. La causa? La persistente carenza di personale ATC (i controllori del traffico aereo) nel Vecchio Continente.

Un problema che ha colpito non solo il vettore low cost ma anche moltissime compagnie europee, dal momento che la gestione del personale ATC sta influenzando il lavoro di tutti. Basti pensare che, nonostante il numero di voli attuale sia inferiore del 5% rispetto a quello del 2019, il sistema di controllo del traffico aereo non riesce a gestire in maniera adeguata arrivi e partenze.

Un esempio? Il 28 settembre 2024 un volo su dieci tra quelli attivi in Europa ha registrato dei ritardi a causa di carenza di personale. Per questo motivo la compagnia low cost ha iniziato a richiedere a gran voce alla Commissione Europea di prendere delle misure in tempi rapidi per risolvere una crisi che investe l’intero settore dell’aviazione civile.

Nei prossimi mesi si attendono notizie in tal senso, pena la paralisi totale del settore, almeno a livello UE.