SARONNO – Un duro colpo, si spera, al terribile fenomeno dello spaccio nei boschi intorno ai comuni di Caronno Pertusella e Saronno. Quest’oggi l’operazione eseguita a seguito delle indagini condotte dal nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri della Compagnia di Saronno ha consentito di sgominare un’organizzazione criminale che gestiva una delle piazze di spaccio più redditizie, nelle aree boschive tra Saronno Sud e Caronno Pertusella. Le indagini hanno preso avvio a seguito del tentato omicidio di un ragazzo 17enne,
tunisino ed irregolare sul territorio nazionale, che era stato accoltellato all’interno dell’area boschiva di Cascina Colombara, luogo che ha fatto ipotizzare in un primo momento ai Carabinieri intervenuti possibili contrasti negli ambienti dello spaccio di stupefacenti alla base del ferimento. Successivamente è stato scoperto che il giovane, anch’esso con un ruolo nella gestione della piazza di spaccio, era stato accoltellato per un banale litigio legato all’utilizzo di una bicicletta.
Durante le attività investigative, che hanno portato in un primo tempo all’arresto del responsabile del ferimento, è stata anche delineata la fiorente attività di spaccio gestita dai nordafricani, facendo emergere anche la loro indole particolarmente violenta ed aggressiva; diverse sono state le chiamate al 112 di cittadini che si trovavano a passeggiare nei pressi delle zone di spaccio e venivano allontanati anche con la minaccia di machete e coltelli.
Lo spaccio non conosceva sosta: la piazza era attiva 24 ore al giorno, sette giorni su sette, essendo servita dalle stazioni ferroviarie sia di Saronno sud che di Caronno Pertusella, quindi facilmente raggiungibile da tutti gli acquirenti. La richiesta di stupefacente era tanta e l’ammontare dei guadagni si attestava mediamente sui 5000€ al giorno. Gli spacciatori potevano contare anche su una fitta rete di sentinelle, prevalentemente tossicodipendenti che dimoravano all’interno di tende o ripari di fortuna a poca distanza dall’area di spaccio o all’interno delle stazioni ferroviarie.
Degli otto destinatari della misura cautelare, i Carabinieri, dopo diversi giorni di servizi di osservazione e pedinamento, sono riusciti a stringere le manette ai polsi di quattro di questi, mentre un quinto, già detenuto per il tentato omicidio da cui è scaturita l’indagine, si è visto notificare in carcere l’ulteriore provvedimento restrittivo. Altri tre sono risultati irreperibili e tuttora ricercati.
Tre degli arrestati sono stati individuati in alcuni appartamenti intestati a terze persone nella città di Saronno, mentre un quarto, è stato individuato e catturato all’interno del bosco dove stava mantenendo un presidio notturno; alla vista dei Carabinieri ha tentato di darsi alla fuga per i campi ma il massiccio impiego di militari sul terreno gli ha chiuso ogni possibilità di fuga, venendo pertanto fermato ed ammanettato. Nella sua disponibilità sono stati ritrovati oltre 600€ in contanti, 2 machete, 2 pugnali, una mazza da baseball e una pistola ad aria compressa, fedele riproduzione di un’arma da fuoco.
La situazione che i militari hanno ritrovato all’interno dell’area boschiva era di assoluto degrado, tra rifiuti di ogni genere e materassi di fortuna utilizzati sia dagli spacciatori che dai consumatori che sono soliti consumare all’interno del bosco lo stupefacente appena acquistato. Nel corso delle perquisizioni, all’interno dell’abitazione di un indagato sono stati trovati oltre 18mila euro in contanti, contenuti in un borsello che l’uomo aveva cercato di occultare: all’arrivo dei militari dell’Arma ha provato a far sparire i soldi mettendo in lavatrice il borsello e avviando il lavaggio, ma le banconote sebbene bagnate sono state rinvenute e sequestrate dai Carabinieri. Nel medesimo appartamento sono stati sequestrati 10 telefoni cellulari che i proprietari hanno cercato di distruggere all’arrivo dei Carabinieri, insieme a bilancini di precisione.
Nel corso delle ricerche sono stati fermati altri 4 soggetti stranieri irregolari sul territorio nazionale e sottoposti a fotosegnalamento. Tutti gli arrestati dopo le formalità di rito sono stati tradotti in carcere a Busto Arsizio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria