L’incontro del 20 novembre tra Beko Europe (ex Whirlpool), sindacati e il ministro dell’Industria ha confermato un drastico piano di ridimensionamento per la multinazionale turca. In Italia sono previsti 1935 esuberi su 4440 occupati, con la chiusura delle fabbriche di Comunanza e Siena, e una significativa riduzione delle attività nello stabilimento di Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese.
Qui, due delle cinque linee produttive di frigoriferi saranno chiuse, con 541 operai a rischio licenziamento. A questi si aggiungono tra i 200 e 250 impiegati e dirigenti, portando il totale dei lavoratori coinvolti a circa 800. La crisi del mercato degli elettrodomestici e le perdite economiche accumulate sono le motivazioni dichiarate dall’azienda.
Preoccupazioni per lo stabilimento e il territorio
Il ridimensionamento desta gravi preoccupazioni sulla sostenibilità operativa dello stabilimento di Cassinetta. La perdita di competenze chiave e la riduzione delle linee produttive potrebbero compromettere la competitività e la capacità di rispondere al mercato. Inoltre, il morale dei dipendenti rimasti rischia di essere minato, aumentando l’instabilità interna.
La riduzione del personale rappresenta un colpo duro per l’economia locale. A Varese, città di dimensioni modeste, la perdita di 800 posti di lavoro avrà conseguenze significative, tra cui un aumento della disoccupazione, una diminuzione del potere d’acquisto e un impatto negativo sull’indotto legato allo stabilimento, come fornitori e trasporti.
La situazione richiama alla memoria quella di Taranto e dell’Ilva, dove un massiccio piano di ristrutturazione nel 2012 ha causato migliaia di licenziamenti, aggravando la crisi economica e sociale del territorio. Anche in quel caso, la dipendenza da un’unica grande azienda ha reso più difficile la ripresa.
La ristrutturazione di Beko Europe potrebbe garantire la sopravvivenza a lungo termine dell’azienda, ma a caro prezzo per i lavoratori e per il territorio di Cassinetta. La sfida per Varese sarà quella di rilanciare l’economia locale, diversificando le fonti di occupazione e sfruttando la resilienza che storicamente caratterizza il suo tessuto imprenditoriale.