La “Tamar di Giuda” si svela al Castello di Masnago: il capolavoro di Hayez esposto fino a marzo

“Tamar di Giuda” torna alla ribalta: un capolavoro varesino riscoperto e valorizzato, grazie all'allestimento dell'architetto Valeria Marinoni.

Per questo Natale, il Castello di Masnago offre un dono speciale ai varesini: la riscoperta di Tamar di Giuda, uno straordinario dipinto di Francesco Hayez custodito nei Musei Civici di Varese dal 1971, ma mai adeguatamente valorizzato.

Il capolavoro, esposto al primo piano del Museo di Arte Moderna e Contemporanea, sarà al centro di una nuova mostra che lo rende protagonista di una sala interamente dedicata, curata da Serena Contini con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera.

Una storia tra arte e cultura

La nuova collocazione, nella sala affrescata della Crocifissione, sarà inaugurata il 6 dicembre alle 18 e resterà visibile fino a marzo. Accanto al dipinto del 1847, saranno esposte due incisioni e un disegno preparatorio, oltre a un’edizione del libro Le mie memorie di Hayez, che riporta un’incisione della prima versione di Tamar di Giuda del 1831, ormai perduta.

Questo dipinto, realizzato per il facoltoso Gaetano Taccioli, erede della Villa Mirabello di Varese, è considerato uno dei capolavori della maturità artistica di Hayez. Dopo la donazione ai Musei Civici nel 1971, oggi torna finalmente sotto i riflettori, con l’obiettivo di rivalutare il patrimonio artistico locale.

Chi era Tamar di Giuda?

La figura di Tamar, tratta dal libro della Genesi, è avvolta da un’aura di ribellione e ingegno: sposò i primi due figli di Giuda, Er e Onan, ma fu costretta a ideare un piano per garantire la propria discendenza. Sedusse il suocero Giuda e ottenne da lui i pegni della paternità. Raffigurata da Hayez con un volto delicato e sensuale, Tamar tiene in mano i pegni che la salvarono dal rogo, simbolo della sua astuzia e forza.

Questa mostra, il cui allestimento è opera dell’architetto Valeria Marinoni, non solo celebra un’opera d’arte di inestimabile valore, ma rappresenta anche l’inizio di un percorso di riscoperta dei tesori nascosti nei Musei Civici di Varese.