Un imprenditore di Lodi è finito agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta, dopo che la Guardia di Finanza ha interrotto un sistema che spogliava un’azienda fallita delle sue ricchezze. I beni della società, per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro, venivano trasferiti a parenti, amici e prestanome. Su richiesta della magistratura lodigiana, è stato inoltre disposto il sequestro preventivo dei beni legati all’indagato.
L’operazione è stata condotta dal gruppo della Guardia di Finanza di Gallarate e ha riguardato diverse società connesse all’imprenditore, alcune delle quali operavano anche nel Varesotto. Gli accertamenti hanno rivelato operazioni distrattive, come la cessione di immobili nelle province di Lodi e Firenze per 350mila euro e il trasferimento di quote societarie, inclusa una masseria di lusso nel Brindisino.
Frodi contabili e reati tributari
L’indagine ha svelato come l’imprenditore alterasse la contabilità aziendale per mascherare il drenaggio di capitali. Attraverso la modifica delle registrazioni contabili, i pagamenti venivano classificati con diciture ingannevoli come “anticipi fornitori” o “fatture da emettere”. Inoltre, per evitare procedure esecutive legate a debiti tributari, l’indagato trasferiva le proprietà aziendali a soggetti vicini.
Secondo il Gip di Lodi, le prove raccolte documentano un’attività sistematica e fraudolenta che ha causato il dissesto della società. Tra le accuse, anche l’inadempimento dei debiti fiscali e l’evasione.
Un’indagine su larga scala
In totale, sono 21 le persone indagate, accusate a vario titolo di reati previsti dalla legge fallimentare. Il magistrato ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, sottolineando la gravità della condotta e il profitto illecito ottenuto, che supera gli 8,5 milioni di euro.