Gavirate, furto in parrocchia. Don Marco Casale: “Nessun timore, sto bene”

Non c’è ombra di rabbia né di sconforto nelle parole di don Marco Casale, parroco della Comunità pastorale della Santissima Trinità di Gavirate e Comerio. Il suo obiettivo è chiaro: non creare allarmismo tra i fedeli. «Non c’è nulla di cui darsi pena», ripete con la calma di chi ha imparato, nel corso della vita, a dare il giusto peso agli eventi. «Altrimenti l’accaduto rischia di assumere un’importanza sproporzionata rispetto alla realtà».

Eppure, i fatti parlano chiaro. Nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, mentre il sacerdote riposava, alcuni ladri si sono introdotti nella casa parrocchiale, situata accanto alla chiesa di San Giovanni Evangelista. Hanno scavalcato il muro di cinta, forzato la serratura e si sono mossi con un unico scopo: cercare denaro contante.

Don Marco racconta l’accaduto con distacco, senza indugiare sui dettagli, senza enfatizzare l’entità del bottino. «Come spesso accade, il danno materiale causato per introdursi nei locali è stato superiore al valore della refurtiva», si limita a commentare, quasi a voler ridimensionare l’accaduto.

Ma più delle cose sottratte, ciò che gli preme è rassicurare la comunità. «Nessuno si è spaventato. La mia salute e la mia serenità restano intatte», assicura ai fedeli. Non è una posa, non è ostentazione di forza: è il suo modo di essere, radicato in una fede che lo ha reso guida spirituale prima ancora che semplice pastore.

Un parroco vicino agli ultimi

La sua esperienza come cappellano del carcere di Varese ha lasciato un segno profondo. Ha visto il volto della fragilità, della colpa, del pentimento. Per questo, anche di fronte a un gesto di violazione come un furto, non alza il dito, non indulge nella condanna. Il suo sguardo si posa oltre il crimine, sulla condizione umana di chi ha perso la via.

La parola che meglio descrive il suo approccio è armonia. Armonia con la comunità che guida, armonia con le difficoltà della vita, armonia persino con le ombre che, inevitabilmente, si affacciano nel cammino di tutti. «Chi sta dalla parte dei poveri, sta dalla parte di tutti», ha detto più volte. E forse, anche stavolta, nel silenzio della sua discrezione, il messaggio è lo stesso.