Operazione di sgombero dei senza fissa dimora a Malpensa: un intervento in vista delle Olimpiadi

Questo intervento, purtroppo, non è solo una questione di ordine pubblico ma anche di una crescente difficoltà nel gestire una situazione che coinvolge molte persone vulnerabili

MILANO – La sera di giovedì, l’aeroporto di Milano Malpensa è stato protagonista di un’operazione di sgombero che ha coinvolto una sessantina di agenti tra Polizia di Stato, carabinieri e Guardia di Finanza. L’obiettivo era quello di allontanare i senza fissa dimora che, negli ultimi anni, si erano stabiliti nei saloni del Terminal 1, creando una situazione di disagio che non è passata inosservata.

A partire dalle 18 di giovedì, l’operazione ha visto il coinvolgimento di numerosi agenti che hanno setacciato l’aeroporto, per poi proseguire durante la notte con un altro turno di sorveglianza. L’intervento, che ha visto anche l’impiego di forze nelle stazioni ferroviarie di Busto Arsizio e Gallarate, da dove alcuni senzatetto si spostano verso l’aeroporto per cercare rifugio, fa parte di una strategia più ampia che ha come obiettivo quello di rendere il terminal più sicuro e decoroso.

Il fenomeno dei senzatetto a Malpensa è un problema che dura ormai da diversi anni, con persone che vi trascorrono notti intere in spazi nascosti e non visibili ai passeggeri. Alcuni di loro hanno passato addirittura anni nel terminal, nonostante ci fossero già stati tentativi di controllo e allontanamento di coloro che venivano considerati un pericolo per la sicurezza. Tuttavia, il nuovo intervento appare decisamente più deciso, con l’intento di svuotare l’aeroporto di tutte le persone senza fissa dimora. Questo, in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, per cui la città si prepara a presentarsi in una condizione di ordine e pulizia, almeno sotto l’aspetto visibile.

La decisione di avviare questa operazione è stata presa dopo un incontro del questore di Varese con le associazioni sociali e i Comuni limitrofi, dove si è registrato un aumento dei senzatetto nell’area, con circa cento presenze tra regolari e occasionali. Questo numero è in linea con quello riscontrato anche dieci anni fa, quando Don Ruggero Camagni, cappellano dell’aeroporto, si occupava dei senzatetto che si rifugiavano nel terminal.

Fino a oggi, la Prefettura aveva cercato di costruire un sistema che prevedesse un mix di controlli, assistenza e misure per ridurre i danni causati dalle intemperanze di alcune persone in difficoltà. Ora, però, si è deciso di optare per uno sgombero vero e proprio. In alcuni casi, si potrebbero anche dover prendere in considerazione misure come i Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) per persone con gravi problemi psichiatrici, protagonisti di episodi di aggressività sporadica nei confronti del personale, ma non nei confronti dei viaggiatori.

Nella tarda serata di giovedì, un gruppo di circa dieci persone è stato scortato dagli agenti verso la stazione ferroviaria, dove avrebbero trovato un rifugio temporaneo. I membri del gruppo, difficilmente distinguibili da normali viaggiatori, erano stati intercettati in spazi poco visibili ai passeggeri, come angoli dietro colonne, vecchi banchi non in uso e aree tecniche, che offrono poco conforto ma rappresentano un rifugio per chi non ha altro posto dove andare.

Questo intervento, purtroppo, non è solo una questione di ordine pubblico ma anche di una crescente difficoltà nel gestire una situazione che coinvolge molte persone vulnerabili, che necessitano di supporto psicologico e assistenza. Malpensa, come altri aeroporti internazionali, non è l’unico luogo in cui il fenomeno dei senza tetto è visibile, ma con l’avvicinarsi di eventi di grande portata come le Olimpiadi, la gestione delle aree pubbliche diventa una priorità.