Una rete di oltre 1.300 soggetti economici cinesi, intenzionati a operare in Italia attraverso un rappresentante fiscale fittizio, è stata smantellata dalla Guardia di Finanza di Gallarate. Il “facilitatore”, con partita IVA registrata in Veneto ma operante anche nella provincia di Varese, fungeva da intermediario fiscale per l’apertura di attività che, di fatto, non rispettavano le normative italiane.
L’operazione delle fiamme gialle è scattata dopo un’approfondita analisi informatica che ha fatto emergere diversi indicatori di rischio: numero elevato di posizioni gestite, assenza di versamenti tributari, dichiarazioni di reddito irrisorie e assenza di beni o contratti a proprio nome. A tutto ciò si aggiungevano i precedenti penali del rappresentante, già arrestato in passato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Alla luce della situazione, la Guardia di Finanza ha chiesto e ottenuto dall’Agenzia delle Entrate la cessazione di tutte le partite IVA irregolari, bloccando così un giro d’affari potenzialmente milionario basato su pratiche illecite.
Questo intervento si inserisce nelle nuove strategie di contrasto all’evasione fiscale e alla distorsione della concorrenza, che prevedono l’obbligo per i rappresentanti fiscali di fornire idonee garanzie patrimoniali, fino a due milioni di euro, proporzionate al numero di soggetti gestiti.