Largo Sergio Ramelli, la Regione ringrazia Busto: omaggio coraggioso contro pregiudizi e ostilità

A 50 dall'uccisione del giovane di destra da parte di estremisti di sinistra il riconoscimento alle città che ne hanno onorato la memoria con intitolazioni nella toponomastica

BUSTO ARSIZIO – C’è anche Busto Arsizio tra 38 le città italiane che hanno intitolato uno spazio a Sergio Ramelli, il militante milanese del Fronte della gioventù aggredito da un gruppo di estremisti di sinistra appartenenti ad Avanguardia operaia e morto a diciotto anni il 29 aprile 1975. Alle 38 città oggi, a 50 anni dalla barbara uccisione del giovane di destra Regione Lombardia ha voluto consegnare una targa ricordo che è un ringraziamento e “un riconoscimento a chi, con coraggio, ha sfidato pregiudizi e ostilità decidendo di rendere omaggio a un ragazzo che non imbracciava armi e spranghe, ma solo un quaderno”. “Un modo – ha spiegato l’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso – per ristabilire verità e memoria”.
La premiazione di ‘Mille città per Sergio’ avviene all’auditorium Testori all’interno dell’evento “Le idee hanno bisogno di coraggio”.


Il ringraziamento va a Milano, Lodi, Verona, ai comuni milanesi di Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Novate Milanese, Cassano d’Adda, Trezzano sul Naviglio, e poi Catanzaro, Arezzo, Ascoli Piceno, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Casalpusterlengo, Sant’Angelo Lodigiano e Codogno in provincia di Lodi, Civitanova Marche (Macerata), e ancora Como, Desio (Monza), L’Aquila, Lecce, Modena, Monza, Nardò (Lecce), Sanremo e Ospedaletti (Imperia), Praia a Mare (Cosenza), Rovigo, San Severo (Foggia), Taurianova (Reggio Calabria), Vigevano (Pavia), Crotone, Pedara (Catanzaro), Pellegrina (Verona), Perugia, Macerata, e Brugherio (Monza).


“La chiave inglese che colpì Sergio alla testa non è solo un’arma – sottolinea Caruso – ma il simbolo tragico di una stagione in cui l’identità politica era una colpa e in cui la violenza era considerata legittima, purché rivolta contro il ‘nemico’. Questa non è una battaglia di parte: quella stagione va conosciuta, studiata e compresa in tutte le sue sfaccettature, affinché non torni mai più”.