BIANDRONNO Un piano straordinario di rilancio della competitività dello stabilimento di Cassinetta, riallineando i costi e migliorando l’efficienza dei processi produttivi. Lo ha annunciato mercoledì Whirlpool, presentano la situazione del mercato e le strategie per il futuro dell’area di Varese, per cui conferma importanti investimenti e non prevede nuovi tagli al personale, ma annuncia cambiamenti per il 2010, dalla riorganizzazione dei servizi generali fino ad una riduzione da 6 a 5 dei giorni settimanali di lavoro.
Il mercato degli elettrodomestici italiani mostra un calo dell’indice di produzione per il primo semestre nell’ordine del 30%, con una spinta alla delocalizzazione e volumi in picchiata dalle 27 milioni di unità prodotte nel 2008 alle 16 attese quest’anno. «La crisi ha impattato anche Whirlpool – afferma Davide Castiglioni, vice president delle Industrial Operation di Whirlpool Europe – con un calo industriale che si stima del 12% per fine anno, pur mantenendo le quote di mercato sulla concorrenza».
Cassinetta, uno dei siti più importanti e strategici del gruppo, dove lavorano 2400 persone e hanno sede le linee di produzione del “caldo” e del “freddo”, i servizi di logistica, il servizio clienti, i magazzini e le strutture di ricerca, così deve far fronte ad una diminuita competitività, con una produzione scesa di quasi 1 milione di unità rispetto a 6 anni fa e un aumento dei costi fissi. Whirlpool, dopo aver recentemente concluso l’accordo per la procedura di mobilità di 330 dipendenti dell’area di Varese (280 dei quali a Cassinetta) che saranno accompagnati alla pensione, ne annuncia un piano di rilancio: «Dalla crisi si potrà uscire attraverso una rigorosa disciplina dei costi e dei processi – dichiara Castiglioni – Quando l’economia riprenderà saremo pronti, più forte e più snelli, e Cassinetta manterrà il suo ruolo centrale come nucleo di eccellenza e di profitto primario. Il piano è una risposta alla situazione attuale, con miglioramenti nei prodotti e nei processi. Presuppone anche un cambio di cultura e richiede quindi il coinvolgimento di tutti i lavoratori». Nessuna ulteriore riduzioni di organico e nuovi investimenti «Ad esempio – spiega il vice president – è partita la nuova produzione dei piani cottura a induzione e la linea forni Minerva». Ma con interventi radicali, a cominciare dall’ottimizzazione dei processi produttivi per la massima efficienza, fino alla razionalizzazione di alcuni servizi generali, come il trasporto delle maestranze, il servizio mensa e la terziarizzazione di alcuni servizi centrali. E poi con il passaggio da 6 a 5 giornate lavorative, più il sabato “flessibile” per fronteggiare eventuali richieste istantanee del mercato, in un ritorno alla situazione prima del 2002. Con la giornata lavorativa che passa a 7,15 ore ma una retribuzione che rimane a 40 ore settimanali. «Il piano punta ad un incremento della presenza in fabbrica, verso un miglioramento del rapporto tra ore prestate e retribuite – dice Gaetano Bartolone, responsabile Relazioni Industriali – Con un adeguamento delle competenze dei lavoratori attraverso progetti di formazione. Lo presenteremo ai lavoratori e ai sindacati, con l’obiettivo di partire da gennaio 2010».
b.melazzini
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