Usa/ Obama: Le banche devono dare più credito a piccole imprese


Washington, 24 ott. (Ap)
– Più credito dalle banche americane alle piccole imprese, come contropartita per gli aiuti miliardari ottenuti dal governo e dai cittadini: a chiederlo è il presidente Barack Obama nel suo discorso del sabato diffuso via radio e in webstream. Obama ha insistito sul fatto che i piccoli imprenditori non riescono ad ottenere prestiti nonostante gli sforzi dell’amministrazione: “Questi sono gli stessi contribuenti che hanno sostenuto le banche americane in crisi, e ora è tempo per le nostre banche di sostenere le piccole imprese meritevoli di credito e concedere i prestiti di cui hanno bisogno per aprire, crescere e creare lavoro”.

Secondo il presidente, “è tempo per le banche di assumersi le loro responsabilità per aiutare una ripresa più ampia, un sistema più sicuro e una prosperità più condivisa”. E da Obama è arrivata anche un’affermazione vagamente minacciosa, quando ha detto che l’amministrazione “prenderà tutte le misure appropriate per incoraggiarle ad assumersi queste responsabilità”.

E’ già la seconda volta in una settimana che Obama attacca le banche: pochi giorni fa il presidente aveva criticato le istituzioni finanziarie e bancarie per aver fatto lobby in modo molto aggressivo sul Congresso per cercare di indebolire l’Agenzia per la protezione finanziaria dei consumatori da lui proposta, approvata dalla commissione per i Servizi finanziari della Camera dei rappresentanti giovedì scorso. Obama aveva accusato gli operatori finanziari di usare “tutta l’influenza che hanno per cercare di mantenere lo status quo che ha massimizzato i loro profitti a spesa dei consumatori americani, nonostante il fatto che gli stessi americani li abbiano salvati di recente dalle cattive decisioni che avevano preso”.

Il piano di salvataggio per le banche americane è costato 700 miliardi di dollari (circa 466 miliardi di euro). Obama oggi ha insistito sul fatto che le piccole imprese hanno creato circa due terzi dei posti di lavoro negli ultimi 15 anni, e perciò “devono essere al primo posto nella nostra ripresa”.

Ape

© riproduzione riservata