Iran/ Il contropiede di Teheran: Rimanda decisione su uranio

Vienna, 24 ott. (Ap-Apcom) – L’Iran coglie in contropiede la comunità internazionale e rimanda “di qualche giorno” la decisione sulla proposta avanzata nei colloqui di Vienna dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica. L’offerta prevede che Teheran invii all’estero per l’arricchimento i tre quarti del suo uranio, a scopi civili. L’arricchimento all’estero (in Russia e in Francia) dovrebbe garantire che il programma nucleare iraniano non abbia scopi bellici. Teheran otterrebbe il combustibile necessario a una centrale di ricerca sul nucleare civile, ma non sufficientemente arricchito per produrre un’arma nucleare.

Ieri, l’Iran ha fatto sapere che “studia favorevolmente” l’offerta negoziata a Vienna con Francia e Stati Uniti. Però ha anche indicato, tramite la tv di Stato, che preferirebbe comprare all’estero l’uranio arricchito piuttosto che inviare all’estero i suoi stock.

Inoltre, secondo un diplomatico, l’Iran avrebbe deciso di interrompere i colloqui con il forum del 5+1, cioè con i paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu (Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti) più la Germania.
“Teheran vuole dialogare solo con l’Aiea. Siamo in una situazione di blocco” riferisce la fonte. A Washington si usa prudenza: un portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly, ha detto “speriamo che la prossima settimana diano una risposta positiva. Ovviamente avremmo preferito una risposta oggi”.

Mercoledì a conclusione dei colloqui di Vienna, il direttore generale dell’Aiea Mohammed ElBaradei, aveva dato tempo fino a ieri sera ai tre paesi coinvolti per pronunciarsi sulla proposta, secondo cui l’Iran avrebbe dovuto inviare all’estero 1.200 chili del suo uranio arricchito al 3,5%. Lo stock avrebbe dovuto essere ancora arricchito in Russia (fino al 20%) e poi trattato in Francia in vista della produzione di combustibile nucleare.

Ieri mattina la Russia è stata la prima ad accettare l’accordo.
“L’Iran non voleva un accordo” sostiene però un diplomatico
francese. “Inoltre contrariamente a quanto dicono gli iraniani,
non si è mai parlato di acquisto di uranio arricchito
all’estero”.

Se l’Iran non accetterà la proposta elaborata a Vienna,
riprenderà quota l’ipotesi che la comunità internazionale
applichi nuove sanzioni a Teheran, e non solo limitate al
traffico di materiale nucleare, ma estese al trattamento del
petrolio e dei suoi derivati. Sul tavolo inoltre resta un’altra
condizioni, cioè che Teheran apra all’Aiea per controlli
approfonditi del sito di Qom.

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