Berlino, 19 feb. (Apcom) – Le turbolenze finanziarie e la crisi
dell’istituto di credito Hypo Real Estate costringono la Germania
a una profonda svolta nella sua politica economica. Il consiglio
dei ministri tedesco ha dato il via libera a una
legge che autorizza la nazionalizzazione delle banche in
difficoltà e consente per la prima volta, in caso di necessità,
l’esproprio degli attuali azionisti. Un progetto difeso dal
cancelliere Angela Merkel ma fortemente criticato
dall’opposizione e dalla Confindustria tedesca.
La pratica dell’esproprio potrà essere avviata soltanto entro il
30 giugno di quest’anno e va intesa come ultima ratio: prima,
cioè, l’esecutivo dovrà dimostrare l’assenza di alternative meno
radicali. Anche con queste limitazioni, però, si tratta di una
misura drastica, voluta per reagire a una crisi altrettanto
drastica. La legge è stata infatti scritta tenendo a mente un
nome specifico: Hypo Real Estate, la banche tedesca che più delle
altre è stata investita dalla crisi. Hre è finita paralizzata
dalle difficoltà della controllata irlandese Depfa e ha già
inghiottito 102 miliardi tra garanzie pubbliche e iniezioni di
liquidità.
Una cifra record, che, insieme alla legge approvata
stamattina, rivela come Berlino voglia impedire a tutti i costi
il fallimento di un istituto che considera sistemico (perché
profondamente intrecciato con altre banche). Hypo Real Estate
occupa infatti una posizione centrale nel settore del credito
ipotecario. Se dovesse saltare si rischia un effetto domino dalle
conseguenze difficilmente prevedibili e un ulteriore
peggioramento della crisi finanziaria. Ecco perché il governo si
è deciso a entrare nell’istituto, come ha già fatto per
Commerzbank (di cui ora Berlino detiene il 25%). A differenza di
Commerz, però, nel caso di Hre l’esecutivo punta a una
partecipazione di maggioranza. Per ottenerla, ha bisogno del via
libera dell’investitore statunitense J.C. Flowers, il quale
controlla circa il 25% di Hre ma si è mostrato restio a cedere la
sua quota, anche perché il risarcimento promesso da Berlino è
piuttosto basso (viene calcolato sulla base dell’andamento medio
del titolo nelle ultime due settimane). Ora il governo tedesco
punta a forzare le trattative con Flowers, minacciando
l’esproprio.
Un’ipotesi, questa, che non raccoglie simpatie soprattutto
nell’ala più liberale del governo, quella raccolta intorno alla
Cdu del cancelliere Merkel. Ludwig Erhard, il padre del miracolo
economico tedesco e un costante punto di riferimento per la Cdu,
“si rivolterebbe nella tomba”, si era lamentato pochi giorni fa
il nuovo ministro dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg.
Anche tra le file della Csu, la gemella bavarese della Cdu, si
avvertono pesanti malumori. Per non parlare poi delle
associazioni imprenditoriali, che hanno reagito con irritazione
alla nuova norma sull’esproprio: così “si rompe un tabù” e si
penalizza la Germania come meta di investimenti internazionali,
hanno criticato sia il presidente della Confindustria tedesca,
Dieter Hundt, che il direttore della Camera del Commercio e
dell’Industria, Martin Wansleben.
Critiche che la cancelliera ha respinto al mittente. Si tratta di
una misura “senza alternative”, si è difesa Frau Merkel. E il suo
ministro delle Finanze, Peer Steinbrueck, ha ricordato che il
governo non punta ad ampliare la sua influenza in campo
economico.
Aal
MAZ
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