Tassati Km percorsi al posto della benzina? Negli Usa è polemica


Washington, 20 feb. (Ap)
– Tassare gli automobilisti non sulla
base della benzina che consumano, come è stato fatto negli Stati
Uniti fino a questo momento, ma su quella delle miglia che
vengono percorse; questo, al fine di consentire
all’amministrazione di Obama di raccogliere più fondi per il
miglioramento della rete dei trasporti. La proposta, avanzata dal
segretario ai Trasporti Ray LaHood, ha già scatenato un’ondata
di polemiche, oltre all’ira dei conducenti che risiedono in
alcuni stati in cui si sta già studiando la sua applicazione.

Qualcuno ha anche parlato di intrusione “orwelliana” del governo
americano nella privacy; il riferimento è stato in particolare al
piano preliminare lanciato in Massachusetts, che prevede la
presenza nei veicoli di un chip GPS che controlli esattamente
quante miglia vengono percorse. Qualcun altro ha fatto poi notare
che, nel caso in cui diventasse operativa, la tassa eliminerebbe
un incentivo all’utilizzo di auto più efficienti sul fronte dei
consumi, visto che alla fine le tasse non sarebbero più calcolate
in base al consumo della benzina. Molti americani insomma non si
sentirebbero così più spronati a ricorrere all’acquisto di
veicoli che ne consumano di meno, in quanto alla fine non ci
sarebbe alcun risparmio.

Le perplessità insomma sono molte. Ma in un’intervista concessa
all’Associated Press, LaHood ha difeso il suo piano, affermando
che non si può fare più affidamento sulle tasse sulla benzina che
sono state pagate per quasi mezzo secolo, per raccogliere quei
finanziamenti che sono necessari per rendere efficiente il
sistema dei trasporti. “Dovremmo guardare a quei programmi che
calcolano il numero di miglia che i conducenti hanno percorso”,
ha detto LaHood, uno dei due repubblicani che sono stati chiamati
a formare il governo dal neo presidente democratico Barack Obama.

“Quello che vedo è un governo che sta cercando di pensare al
finanziamento delle infrastrutture negli Stati Uniti dal di
fuori”, ha aggiunto il ministro. Di qui, la necessità di lanciare
la tassa sulle miglie percorse, nota con la sigla VMT.

La proposta sta già interessando i governatori dell’Idaho e di
Rhode Island, che stanno discutendo della sua attuazione, mentre
lo scorso dicembre una commissione del North Carolina ha
suggerito allo stato di iniziare a far pagare agli automobilisti
un quarto di centesimo per ogni miglio che percorrono, al posto
della ben conosciuta tassa sulla benzina.

“Uno degli aspetti su cui ritengo che tutti concordano, nel
guardare a un disegno di legge sulle autostrade, è il sistema
antiquato del loro finanziamento attraverso un fondo fiduciario –
ha continuato LaHood – (Il fondo) ha funzionato è riuscito a
costruire un sistema interstatale ed è stato molto efficace, e su
questo non c’è alcun dubbo. Ma il grande interrogativo è: siamo
nel 21esimo secolo e in che modo vogliamo soddisfare il nostro
bisogno di infrastrutture?..Con un fondo fiduciario sulle
autostrade che ha dovuto essere rimpinguato dal Congresso con 8
miliardi di dollari dal Congresso?”.

E’ qui che entra in gioco la tassa sulle miglia percorse; il
calcolo avverrebbe per l’appunto introducendo nelle macchine e
nei camion un sistema di Gps che calcolerebbe quanto gli
automobilisti devono versare in relazione al tratto di strada
utilizzato.

Ma tra gli scettici c’è anche Rob Atkinson, direttore generale
della commissione nazionale di finanziamento per le
infrastrutture legate ai trasporti, ovvero la National Surface
Infrastructure Financing Commission, che sottolinea come
ricorrere a un sistema nazionale di imposizione fiscale legato
alle strade, dunque alla tassa VMT, richiederebbe un decennio
circa. Anche se poi, riguardo alle preoccupazioni legate alla
violazione della privacy, Atkinson sottolinea che queste sono più
il frutto di una percezione che non di rischi davvero esistenti.

Un dato di fatto è rappresentato invece dalla differenza tra i
finanziamenti che si riescono a raccogliere con la tassa sulla
benzina e il costo legato al mantenimento del sistema
autostradale degli Stati Uniti e anche alla sua espansione: una
differenza che continua ad allargarsi, vista la crescita della
popolazione.

Per questo LaHood guarda con interesse anche alla possibilità di
incrementare le tariffe per il passaggio dei veicoli nelle
autostrade e nei ponti, e di concludere anche alleanze con le
aziende, al fine di garantire il finanziamento dei progetti di
trasporto. E lo stesso Atkinson si dice favorevole
all’imposizione di tasse più alte per chi guida i camion: essendo
più pesanti, tali veicoli eserciterebbero infatti una pressione
più forte sulle corsie delle autostrade.

Lna-Emc

© riproduzione riservata