Los Angeles, 28 ott. (Apcom) – Migliaia di fan hanno assistito alla premiere simultanea – in 18 Paesi – di “This is it”, il documentario che mostra la preparazione del tour londinese che Michael Jackson non potè mai fare.
Come riporta il quotidiano britannico The Times, a Los Angeles erano presenti i fratelli dell’artista oltre a vip come Will Smith o Jennifer Lopez, ma non c’erano nè la madre, nè le sorelle nè i figli. Ieri era stata la volta dell’omonimo doppio album, il testamento musicale di “Jacko”, salvo che in futuro – come probabile – non spuntino fuori altre registrazioni.
Il doppio cd è in realtà una raccolta dei maggiori successi con
alcuni brani inediti, la maggior parte in versione demo, tra i
quali la “title track”, scelta dalla Sony anche come singolo. Ma
al contrario di quanto creduto dalla casa discografica, la
canzone non era affatto inedita, ma un pezzo scritto a quattro
mani con Paul Anka e rifilato nel 1991 alla cantante Safire, con
il titolo “I never heard”.
Il più sorpreso è stato lo stesso crooner canadese (autore di
evergreen quali “Diana” o “Put your head on my shoulder”), che ha chiesto immediatamente alla casa discografica di correggere i “credits” sul cd, che indicano Jackson come solo autore, e di pagargli i diritti. Anka e Jackson scrissero la canzone nel 1983, all’epoca di “Off the wall”: originariamente doveva finire su un album di duetti dello stesso Anka ma “Jacko” si portò via i nastri: il cantante canadese minacciò di fare causa e solo in seguito riebbe indietro i master.
“This is it” è basata invece su un demo con la sola voce e
pianoforte di Jackson, ai quali è stato poi aggiunto un
arrangiamento orchestrale e i cori degli altri fratelli di
“Jacko”: nessuno alla Sony si è accorto che la canzone era
identica a “I never heard” con alcune (seppure sostanziose)
modifiche al testo. Da notare che Jackson non era affatto
convinto della bontà della canzone, tanto da non includerla in
nessun disco, e che nella versione di Safire – che la ebbe in
omaggio da Anka – non ebbe alcun successo.
Quanto al film, diretto da Kenny Ortega, è frutto di cento ore di registrazioni ed è costato alla Sony 60 milioni di dollari: i biglietti sono andati a ruba, complice anche l’intenzione della casa discografica di mantenerlo sugli schermi solo per due settimane; un gruppo di fan su internet aveva tuttavia invitato a boicottare il documentario, che non sarebbe per nulla fedele alla realtà degli ultimi due mesi di vita di “Jacko”.
Mgi
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