LONATE CEPPINO «La famiglia di Klaudia teme che l’ipotesi dell’incidente non sia quella corretta». Così l’avvocato Davide Toscani, legale della famiglia Metaj, riferisce i dubbi e i timori che i suoi clienti hanno espresso circa i contorni della vicenda che è costata la vita alla pizzaiola albanese di 23 anni, morta tra il 9 e il 10 febbraio scorsi nelle acque dell’Olona. Uno fatto che continua a destare perplessità, nonostante la tesi avvalorata dalla Procura di Busto Arsizio rimanga quella della morte accidentale.
Nella notte tra giovedì e venerdì qualcuno ha cancellato delle scritte che erano state tracciate sulle pareti della casa di via Bestetti a Lonate Ceppino. Qualcuno che ha inciso l’intonaco con un oggetto metallico, come una chiave o un cacciavite. Un episodio che ha allarmato i familiari di Klaudia i quali hanno avvisato immediatamente Davide Toscani, il loro avvocato.
Da una prima analisi, le scritte sembrano essere state tracciate con della vernice spray nera, e a vista sembrano essere antecedenti la morte della ventitreenne. Sopra alle scritte si è infatti già depositato dello sporco (principalmente del guano delle rondini che la scorsa stagione hanno nidificato sotto la gronda della vecchia casa di corte di via Bestetti) e hanno dunque caratteristiche che non sono compatibili con una scritta recente. Il fatto che ha destato sospetti è invece quello della loro parziale cancellazione, che è avvenuto appunto di notte e recentemente. Sono ancora evidenti sull’asfalto le tracce di intonaco scrostato e, osservando da vicino la parete, è evidente che si tratta di un’azione di fresca data. Difficile dire cosa ci fosse scritto, anche se ricomponendo mentalmente i tratti rimasti visibili, non è impossibile intuire che si trattasse di epiteti ingiuriosi. Tutto da chiarire anche a chi fossero rivolti. «I miei clienti sono preoccupati – ribadisce comunque l’avvocato -. Mi hanno contattato per riferirmi questo episodio, che mi sembra molto strano. Un fatto che ho immediatamente segnalato alla Procura e ai carabinieri affinché potessero anche loro raccogliere ulteriori elementi utili a fare chiarezza su questo caso».
Nei giorni scorsi, intanto, è riaffiorata la bicicletta della donna, ritrovata sotto al ponte dove sarebbe avvenuto l’incidente. L’Olona da allora ha perso vigore, le sue acque si sono abbassate e hanno permesso il recupero della bici che era finita, come si temeva, sul fondo limaccioso del fiume. «Tutto può succedere – commenta l’avvocato Davide Toscani -, ma è fisicamente improbabile che la bicicletta abbia superato da sola il parapetto del ponte».
Alessandro Madron
b.melazzini
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