LAVENA PONTE TRESA Facevano razzia da un anno, rubando soprattutto in aziende e fabbriche del Mendrisiotto. Entravano dai valichi di confine tra Varesotto e Comasco e poi mettevano a segno il loro disegno criminale. Il tutto compiendo azioni da veri professionisti: rapide ed efficaci. Poi tornavano alla base: i comuni di frontiera della zona, da dove pianificavano il colpo successivo e probabilmente smerciavano la refurtiva.
La “banda degli inafferrabili”, com’era stata soprannominata, è stata però
sgominata all’alba di ieri dalla polizia cantonale: cinque gli arresti e un componente identificato ma ancora latitante.
Una maxi operazione scattata prima delle cinque di mattina con grande dispiegamento di forze, nella quale sono stati coinvolti anche i gruppi d’intervento, ovvero le teste di cuoio. Con loro polizia cantonale e guardie di confine. E persino il drone, il mini velivolo spia in servizio sulla linea di frontiera e che ha avuto un ruolo primario per il buon esito del blitz. Proprio per le sue caratteristiche di monitoraggio, anche in assenza di luce grazie al sistema di visione ad infrarossi, si è rivelato fondamentale per osservare i malviventi e consentire poi agli agenti a terra di dare il via all’operazione. In manette sono finite cinque persone, un italiano e quattro slavi, residenti nell’area di confine tra Varesotto e Comasco. Un sesto componente del gruppo, invece, è tuttora latitante anche se nel frattempo è già stato identificato. Per questo dalla polizia non trapelano ulteriori dettagli. È certo però che ad essere sgominata è stata una banda super specializzata, di veri professionisti del furto, che hanno messo a segno molti colpi.
Gli inquirenti stanno ricostruendo in queste ore le varie operazioni criminali compiute secondo schemi particolarmente studiati che fino ad ore avevano sempre garantito al gruppo di farla franca. «Al momento – comunica la polizia cantonale – sono in corso indagini per stabilire le singole responsabilità per quanto da loro attuato negli ultimi mesi. Per ora è ancora difficile quantificare sia il numero dei furti commessi quanto la complessiva refurtiva, comunque ingente». Le indagini sono durate diversi mesi.
b.melazzini
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