Usa/ Disoccupati ottobre peggio di attese,10,2% massimo da 1983


Washington, 6 nov. (Ap)
– Aumento ben superiore al previsto a ottobre per la disoccupazione negli Stati Uniti, che per la prima volta dal 1983 supera la soglia critica del 10 per cento. Il mese scorso la prima economia globale ha perso altri 190.000 posti di lavoro, secondo quanto riferito dall’amministrazione Usa, a fronte di attese medie degli analisti per 175.000 posti persi. In questo modo il tasso di disoccupazione è balzato al 10,2 per cento, contro il 9,9 per cento di settembre. A questo punto negli Usa si contano quasi 16 milioni di disoccupati.

Ottobre ha segnato il 22esimo mese consecutivo di incremento della disoccupazione negli Usa, che rappresenta la fase più lunga di peggioramento da 70 ani a questa parte. Le perdite di posti hanno mostrato una attenuazione rispetto al mese precedente, quando ne erano venuti a mancare 219.000. Secondo i dati del dipartimento del Lavoro, se ai disoccupati si aggiungessero coloro che hanno ripiegato su lavori part time e quelli che hanno rinunciato a cercare un posto, il tasso di disoccupazione salirebbe al 17,5 per cento. Si tratta del valore più elevato nelle serie storiche, che tuttavia per questa voce risalgono solo al 1994.

Un altro indicatore che mostra quanto sia difficile in questa
fase trovare lavoro negli Usa è rappresentato dal numero di
persone disoccupate da almeno sei mesi: 5,6 milioni per un paese
tradizionalmente dinamico. Rappresentano il 35,6 per cento dei
disoccupati totali, lo stesso livello del mese precedente.

Diversi economisti temono che la persistenza di una elevata
disoccupazione possa gravemente compromettere le dinamiche dei
consumi negli Usa, che rappresentano il 70 per cento
dell’economia. I dati di oggi sono i primi a giungere dopo che
nei giorni scorsi sono stati pubblicati quelli sulla ripresa in
termini di Pil, un più 3,5 per cento nel terzo trimestre che si
era rivelato migliore del previsto. Tuttavia, tipicamente le
difficoltà sul mercato del lavoro si trascinano più a lungo
rispetto all’andamento degli aggregati statistici sul Pil.

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