Washington, 8 nov. (Apcom) – Bisognerà ancora attendere il voto al Senato, e c’è chi dice che non potrà avvenire prima dell’inizio del 2010. Ma la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha regalato questa notte una grande, seppur provvisoria, vittoria a Barack Obama: per la prima volta in decenni, la Camera ha approvato infatti il progetto di riforma sanitaria fortemente voluto dal presidente. Al termine di 12 ore di dibattito, il progetto di legge è passato con 220 voti favorevoli e 215 contrari. Con i democratici ha votato anche il repubblicano Ahn Joseph Cao, l’unico del suo partito a esprimere parere favorevole.
La parte più controversa del progetto, che prevede una copertura finanziaria di circa 1.000 miliardi di dollari su 10 anni, è l’istituzione di un’assicurazione pubblica sulla salute: questa dovrebbe competere con quelle private e in questo modo ridurre le esose tariffe sanitarie e mediche, da anni spinte alle stelle da un sistema quasi esclusivamente privato.
Il tema più spinoso dibattuto a Capitol Hill è stato quello dell’aborto, che ha provocato un duro conflitto politico sull’opportunità di consentire che gli interventi di interruzione di gravidanza siano finanziati con soldi pubblici. Su questo tema la speaker della Camera Nancy Pelosi ha trovato un compromesso che Obama spera favorirà il voto a favore della minoranza antiabortista dei democratici: l’intesa negoziata per ore prevede che saranno possibili restrizioni al finanziamento degli aborti. E la Camera ha adottato con 240 voti favorevoli e 194 contrari un emendamento proposto da un gruppo di democratici anti aborto che mira a rafforzare le restrizioni sul ricorso a fondi pubblici per l’interruzione della gravidanza, una misura apprezzata anche da una parte dei repubblicani. Attualmente la legge federale proibisce l’uso di fondi pubblici per finanziare aborti tranne che nel caso di stupro, incesto o situazioni in cui la vita della madre è in pericolo.
Obama ha salutato il voto “storico” della Camera e si è detto “assolutamente fiducioso” sull’esito dello scrutinio al Senato. Il presidente ha manifestato la speranza di poter promulgare la legge “entro la fine dell’anno”. Ma ci sono molti dubbi sul fatto che possa riuscire nel suo intento, a prescindere delle considerazioni sugli equilibri tra i due schieramenti al Senato. Il leader della maggioranza democratica, Harry Reid, prevede che il voto finale possa slittare al 2010.
Intanto il capo del gruppo dei Repubblicani alla Camera, John Boehner, ha nuovamente denunciato il progetto di legge, spiegando che “costerà più di 1.300 miliardi di dollari, ucciderà milioni di posti di lavoro, aumenterà le imposte e farà lievitare i premi assicurativi”.
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