Palermo, 11 nov. (Apcom) – Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, non ha più una maggioranza parlamentare, il suo Governo si basa su una maggioranza ‘virtuale’. E’ quanto si evince, limpidamente, dal voto con il quale questa sera l’assemblea regionale siciliana ha approvato un ordine del giorno presentato dal Partito democratico che di fatto, ‘boccia’ il Documento di programmazione economica e finanziaria del Governo per il prossimo triennio. L’ordine del giorno è stato votato dai parlamentari del Pdl ‘ufficiale’ e dell’Udc. ‘Fedeli’ al Governo Lombardo sono stati invece i deputati del ‘Pdl Sicilia’, il gruppo di fuorusciti dal gruppo parlamentare ufficiale che ha formato il ‘gruppo Sicilia’ facente capo al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè.
Per la Sicilia, sul fronte degli equilibri politici, si preannunciano settimane particolarmente vibranti e non è escluso che la situazione venutasi a creare possa indurre il governatore a rassegnare le dimissioni.
Il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, promotore dell’ordine del giorno, in una nota afferma che “il voto di stasera segna la fine del secondo Governo Lombardo-Berlusconi e del centrodestra in Sicilia. Si è consumato l’ultimo atto di una farsa durata 18 mesi di liti, spaccature e insulti”.
Nei mesi scorsi il presidente della Regione Raffaele Lombardo aveva ‘rotto’ la maggioranza che lo aveva portato al Governo della Regione procedendo a un rimpasto che aveva lasciato fuori dagli assessorati l’Udc. Per Salvino Caputo del Pdl ‘ufficiale’ “la bocciatura del Dpef predisposto dal Governo dimostra non solo l’inadeguatezza di questo strumento programmatico, ma dal punto di vista politico è la conferma che il presidente della Regione non ha più una maggioranza in Aula che gli consenta di portare avanti la sua azione politica”. Più caustico il commento dell’Udc che con il suo capogruppo, Rudy Maira, rileva come “con la bocciatura del Dpef il Governo Lombardo cade alla prima prova d’Aula non avendo di fatto una maggioranza e facendo emergere che la Sicilia non merita di avere un esecutivo virtuale e lontano dagli interessi di una terra che merita sviluppo e buona amministrazione”.
Cas/Ral
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