Palermo, 23 gen. (Apcom) – L’iniziativa del ministro
dell’interno, Roberto Maroni, di aprire un nuovo centro di
identificazione ed espulsione a Lampedusa ispira una poesia,
dedicata al capo del Viminale, a ‘don Pino’, il poeta di
Lampedusa. Don Pino, al secolo Giuseppe Brignone, 82 anni,
invalido civile, è un personaggio molto noto nell’isola ma anche
fuori. Di recente intervistato dal programma Rai “Sereno
Variabile” vanta interviste “su le Figarò ed il NewyorkTimes”
dice. Parlando con Apcom legge le poche righe della sua poesia
‘dedicata’
a Maroni: “Di Lampedusa hai fatto una casa tua, il
primo centro è stato di ottocento, mentre oggi sei arrivato
sull’isola e ti sei preso le chiavi della base americana per fare
un altro centro più grande. I lampedusani non hanno risorse, la
pesca è fallita, le industrie hanno chiuso i battenti, l’edilizia
è fallita. Questi si erano aggrappano al turismo ma al
telegiornale le cattive notizie di pubblicità negativa. Lampedusa
è al fallimento”.
Don Pino che da tempo è malato, ed è costretto per curarsi a
fare avanti e indietro da Palermo, racconta la ‘sua’ Lampedusa,
come era prima.”C’erano 30 industrie conserviere e ci lavoravano
250 donne che lavoravano, venivano pescate 15-20 tonnellate di
pesce azzurro, ma ora siamo condannati. La pesca è in fallimento,
l’edilizia è ferma, ci eravamo quasi arrampicati al turismo… ma
ora siamo bersagliati da tutti”. Tornando al passato Don Pino
ricorda a Lampedusa “il porto, il dissalatore, le scuole medie,
le abbiamo avute grazie al ministro Taviani che per farci fare
l’aeroporto ha rischiato di finire in galera. Ha stornato –
ricorda ‘don Pino’ il poeta – 250 milioni di lire dalle forze
armate. Gli abbiamo dato la cittadinanza onoraria, buonanima, è
morto nel 2000”.
Per un certo periodo della sua vita Giuseppe Brignone, già vice
presidente della Pro Loco,prima di passare a gestire un bar a
Lampedusa, lavorava all’ufficio anagrafe del comune: “Ma adesso
non nasce più nessuno sull’isola. Anzi, per nascere bisogna
prenotarsi un mese prima e andare via”- Oggi “vedo Lampedusa in
crisi, affamata, arrabbiatissima. Ci sono elementi – dice – che
perdono il cervello vedendosi privare del lavoro”. Poi torna sul
‘tema’ del giorno: “Hanno fatto il primo e ora vogliono farne un
altro: questo è il fallimento di Lampedusa”.
Il nuovo centro di identificazione ed espulsione è localizzato
alla base Loran. “Maroni ha preso le chiavi della vecchia base
americana che è sul punto più alto dell’Isola. Ultimamente era
della Capitaneria di porto che la utilizzava per depositare i
motori che toglievano alle barche con le quali arrivavano gli
immigrati, e per far dormire i suoi uomini. Adesso – conclude –
l’entrata è stata chiusa con dei pulmini dell’esercito. Nessuno
può avvicinarsi”.
Cas
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