VARESE Frontalieri e scudo fiscale: «salvi» con una sorta di mini-scudo che consente di regolarizzare i propri soldi davanti al fisco italiano ma pagando una piccola sanzione di 26 euro.
Questa volta, quindi, dovrebbe essere l’ultima volta. L’Agenzia delle Entrate, infatti, registrata la forti pressioni parlamentare, sindacale e di protesta degli stessi lavoratori italiani all’estero, ieri ha sancito in una circolare ufficiale quanto aveva anticipato sotto forma di «considerazione» la quasi estraneità dei frontalieri alle morse dello scudo fiscale. I nuovi chiarimenti diffusi ieri, infatti, non solo si riferiscono ai lavoratori transfrontalieri – in Canton Ticino ce ne sono quasi 55mila in arrivo dalle province di Como, Sondrio e Varese e che ogni giorno attraversano il confine – ma si rivolge anche ai dipendenti di imprese multinazionali, ma che tutti detengono all’estero depositi o conti correnti ai fini dell’accredito dello stipendio o degli altri emolumenti derivanti dalla propria attività lavorativa svolta oltreconfine.
In base a questa circolare, quindi, che integra la precedente nota n. 43E, è stato chiarita la normativa partendo da un distinguo. Il primo: i dipendenti di «ruolo pubblici» in servizio all’estero non sono tenuti all’osservanza dell’obbligo sul monitoraggio fiscale (alla compilazione cioé del modulo Rw della dichiarazione dei redditi e relativo agli investimenti all’estero e delle attività estere di natura finanziaria) anche se relativi ai depositi e ai conti correnti detenuti in banche estere ed utilizzati,
questi conti, per l’accredito dei propri stipendi. Il secondo versante affrontato dall’Agenzia dell’Entrate, invece, è riferito proprio ai lavoratori dipendenti transfrontalieri e ai dipendenti di imprese multinazionali che lavorano all’estero: questi lavoratori, secondo la circolare, sarebbero invece tenuti agli obblighi di monitoraggio fiscale relativamente ai depositi e ai conti correnti detenuti presso banche estere anche se per il solo accredito delle retribuzioni. Tuttavia, riconosce il Fisco, tenuto conto che si «tratta di disponibilità all’estero derivanti da redditi assoggettati a tassazione alla fonte e che, quindi, la mancata compilazione del modulo RW non intende ostacolare l’azione di controllo dell’Amministrazione finanziaria – precisa ancora la circolare – questi soggetti possono regolarizzare la propria posizione fino al 2008 presentando una dichiarazione dei redditi integrativa completa del modulo RW pagando una sanzione minima pari a 26 euro». Una sorta di mini-sanatoria, comunque, a cui dovranno sottostare i lavoratori frontalieri. E la ragione di questa previsione, spiega il Fisco, è essenzialmente per «non penalizzare» lavoratori dipendenti come i frontalieri, che «si caratterizzano per la carenza della volontà di porre in essere comportamenti illeciti – spiega l’Agenzia – finalizzati all’occultamento di disponibilità finanziarie all’estero».
Simone Casiraghi
f.tonghini
© riproduzione riservata