Da Lozza fino al Trentino Ecco la casa degli espropriati

LOZZA C’era Alina, detta «la donna del drago» per il tatuaggio sulla spalla. Nonno Ardolino di 82 anni. Fabrizio e Daniela che avevano pianificato da una settimana dove lasciare i tre figli per l’intera giornata. Salvatore che prima di uscire ha dato un bacio sulla fronte alla moglie, promettendole che si sarebbe informato su tutto, senza tralasciare alcun particolare.

Non si conoscevano, ma gli abitanti di Lozza, Macherio, Lentante e Seregno si sono dati appuntamento giovedì alle 7 del mattinoa Cinisello Balsamo. Tante vite, ma un unico destino: tra qualche mese dovranno lasciare le loro abitazioni. Al loro posto sorgerà la Pedemontana. La grande autostrada di cui si parla da più di 30 anni e i cui cantieri partiranno presto. Lozza sarà tra i primi, forse già a febbraio. Ad aspettarli c’era Umberto Regalia, il direttore generale di Autostrade Pedemontana Lombarda,

che conosce personalmente tutte le famiglie interessate dall’esproprio. Il gruppo è andato in Trentino a vedere le case uguali a quelle in cui potrebbero abitare già da luglio. Pedemontana, infatti, per la prima volta nella storia delle grandi opere infrastrutturali, ha deciso di ricostruire l’abitazione espropriata con una nuova della stessa cubatura, realizzandola in prefabbricato in legno. Fermo restando che rimane la possibilità di ricevere il corrispettivo in denaro del valore della propria abitazione.

La prima tappa del viaggio è stata Chiari, in provincia di Brescia, dove la signora Roberta ha aperto la propria casa in prefabbricato facendo vedere le rifiniture e i dettagli. Poi sosta a Condino, in provincia di Trento, il paese dell’impresa Legno Più, una di quelle che ha realizzato le case per l’Abruzzo. Successivamente Tione, per visitare una villa bifamiliare in parte abitata ma ancora in fase di ultimazione. Il viaggio si è concluso a Tiarno, dove c’è una casa «a telaio» su due piani. Durante il viaggio c’era la possibilità di fare domande e ben 10 persone hanno confermato di essere interessate alla scelta del prefabbricato. Soddisfatti gli organizzatori: «Le famiglie vogliono collaborare. Noi stiamo costruendo un rapporto amichevole con ciascuno di loro e terremo fede agli impegni presi» ha detto Regalia. «Lozza costituisce un caso particolare perché servirebbe più terreno per dare una casa a tutti. Molte delle persone che abitano nella palazzina non hanno un lavoro e avrebbero difficoltà a sostenere un mutuo per acquistare una nuova abitazione. Chiediamo al Comune di venirci incontro trovando un terreno su cui ricostruire».

b.melazzini

© riproduzione riservata