Bruxelles, 1 dic. (Apcom) – L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo a pagare un totale di 157.000 euro per i danni morali provocati a sette persone, contagiate dal virus dell’Hiv o dall’epatite C attraverso il contatto con persone, ammalate di talassemia, che avevano ricevuto trasfusioni di sangue infetto. Dei sette ricorrenti, solo uno è ancora in vita e la Corte sottolinea come “le autorità non abbiamo fornito una reazione adeguata e rapida” ai procedimenti intentati dai ricorrenti sulla base dell’articolo 2, che sancisce ‘il diritto alla vita’.
Tuttavia la Corte concede che “all’epoca dei fatti non era dovuto che il ministero della Sanità conoscesse o avrebbe dovuto conoscere i rischi di trasmissione dell’HIV o del virus dell’epatite C per trasfusione”. Tuttavia, per la mancanza di reazione rapida l’articolo 2 è stato violato dal punto di vista procedurale, portando la Corte di Strasburgo a chiedere, per ‘danni morali’, un risarcimento da 39.000 euro ciascuno a 4 gruppi di ricorrenti, oltre a 8.000 euro complessivi per le spese.
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