Bruxelles, 30 nov. (Apcom) – Si allunga il congedo di maternità e di paternità nell’Unione europea. I ministri degli Affari sociali dell’Ue hanno dato il via libera ad un accordo raggiunto nel giugno scorso dalle parti sociali, grazie al quale il congedo minimo viene esteso da tre a quattro mesi, nel tentativo di incitare i padri a partecipare maggiormente all’educazione dei figli.
I sistemi che consentono ai genitori di prendere un’aspettativa per accudire i bambini appena nati sono estremamente diversi nei vari Stati membri. Che siano pagati o meno, sono spesso superiori ai quattro mesi e, nel caso di Francia e Polonia, arrivano fino a tre anni. Ma altri paesi, come la Gran Bretagna, il Belgio e il Portogallo, saranno costretti ad allungare il tempo a disposizione dei neo-genitori.
“E’ sicuramente un progresso per certi paesi. Oltre ad essere un esempio del modo in cui l’Ue fa passi avanti in materia sociale, utilizzando la forza delle parti sociali”, ha commentato il commissario Ue responsabile del settore, Vladimir Spidla.
L’altra novità consiste ad incitare i due genitori, in particolare i padri più refrattari, a prendere del tempo libero per il loro bambino. Il congedo di quattro mesi sarà concesso in maniera individuale al padre o alla madre. Ma se tutti e due chiedono un congedo, il padre potrà ad esempio trasferire alla madre fino a tre dei mesi che gli spettano, prendendone comunque almeno uno per sé. In questo modo uno dei due genitori potrà accumulare fino a sette mesi.
Attualmente alcuni Stati europei consentono al padre o alla madre di cedere integralmente il proprio congedo all’altro, mentre altri lo proibiscono. “In molti paesi europei il fatto di incoraggiare gli uomini a partecipare in modo equo alle responsabilità familiari non ha portato a risultati soddisfacenti, servono misure più efficaci”, si legge nell’accordo tra sindacati e datori di lavoro europei. Per questo motivo il fatto di non poter trasferire tutti i diritti alla madre può rappresentare “un incentivo” per i papà.
Il testo non implica in nessun modo una remunerazione obbligatoria durante il congedo. L’accordo quadro sottolinea che le norme minime devono “tenere conto della crescente diversità delle strutture familiari”, nel rispetto delle leggi nazionali. Il che significa che il testo può applicarsi alle coppie omosessuali, se la legislazione del paese le riconosce.
I lavoratori part-time, i precari o coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato sono inclusi nell’accordo, che completa anche la protezione contro “il licenziamento”, già presente nel precedente testo del 1995, aggiungendo che chi prende un congedo non deve essere vittima di “un trattamento meno favorevole” al ritorno dal lavoro. (Fonte: Afp)
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