Perugia, 4 dic. (Apcom) – Questa sera, o addirittura nella notte Amanda Knox e Raffaele Sollecito sapranno se i due anni di carcere già scontati sono stati solo un terribile imprevisto della loro giovane vita o se sono stati l’inizio di una pena destinata a toccare l’ergastolo pr l’omicidio di Meredith Kercher in quella notte di Perugia, due anni fa; una pena che potrebbe ridursi al massimo a tre decenni da passare dietro le sbarre.
La Corte d’Assise di Perugia, da oggi, si riunisce per decidere su colpevolezza o innocenza, ergastolo o libertà. In ballo c’è una intera esistenza. Non è caso che Raffaele ieri abbia detto in aula “ridatemi la mia vita: non ho ucciso Meredith e non ero nella casa di via della Pergola”. Il ragazzo pugliese ha ammesso che più della giustizia aveva confidato nel pentimento dell’assassino di Meredith: “Ogni giorno spero che il vero assassino confessi per chiudere questa storia”. Nel pomeriggio era stata la volta di Amanda: la mente dell’assassinio e la molla compressa che poi è esplosa, secondo la ricostruzione dell’accusa. La bella Amanda non ride più da diverse udienze, non si presta ai flash e telecamere e ammette di avere paura. “Non sono calma – ha affermato in aula – perchè ho paura di perdermi per cose che non ho fatto”. E ancora: “Ho paura di avere una maschera da assassina forzata sulla mia pelle”. E davanti alla Corte da Assise ha spiegato di “sentirsi vulnerabile”. Amanda è davanti ad un bivio importante: se libera tornerà a Seattle dove l’attendono produttori, case editrici e televisioni. Risolverà tutti i debiti di famiglia e avrà una professione. Non metterà più piede in Italia. Se condannata: il suo italiano diventerà sempre più fluido anno dopo anno, decennio dopo decennio, che passerà dietro le sbarre.
bnc
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