Copenaghen/ Leader Ue non decidono ancora su aiuti a paesi poveri


Bruxelles, 11 dic. (Apcom)
– Trattative ancora in corso: al Vertice dell’Unione europea, sono i paesi ‘grandi’ a non tirare ancora fuori le cifre per il fondo ‘Fast Start’ – destinato agli aiuti per i paesi in via di sviluppo – che l’Ue vorrebbe portare trionfalmente sul tavolo della Conferenza sul clima di Copenaghen. Il fondo dovrebbe servire per gli aiuti immediati (periodo 2010-2012) per il trasferimento di tecnologie pulite, la riduzione delle emissioni di gas serra e l’adattamento alle conseguenze del cambiamento climatico. Secondo le stime della Commissione europea, sarebbero necessari dai 5 ai 7 miliardi di euro nel triennio. Ma secondo fonti diplomatiche, Italia, Germania e Francia non hanno voluto per ora dare cifre precise. I negoziati fra gli sherpa sono continuati durante la notte.

Il successo dell’iniziativa del ‘Fast Start’, in realtà, serve anche come diversivo: per sviare l’attenzione dal fatto che, a questo vertice, i Ventisette hanno riunciato a indicare le cifre dei ben più ingenti finanziamenti di medio e lungo termine (2013-2020) ai paesi in via di sviluppo . Sarà questo uno dei nodi più difficili da sciogliere a Copenaghen.

Intanto nella capitale danese la parola d’ordine dei Pvs è “Kyoto non si tocca”, almeno per ora. Capeggiati da Cina e India, i paesi in via di sviluppo non intendono sottostare al diktat dei più ricchi. Un testo confidenziale elaborato dalla Cina in accordo con India, Brasile, Sudafrica e Sudan insiste sulla validità del protocollo di Kyoto, chiede ai Paesi industrializzati di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2020 rispetto al 1990, e chiede agli Usa di adeguarsi “agli sforzi degli altri”, con tagli “a livello nazionale” e non compensazioni oltre le frontiere americane. Quanto ai più poveri, si mette in chiaro, “la priorità assoluta resta lo sviluppo economico e lo sradicamento della povertà”.

Orm-Loc.Aqu

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