Napoli, 3 mar. (Apcom) – Una vera e propria organizzazione a
delinquere, dove ognuno aveva i propri compiti, per rubare e poi
smistare sul mercato merce di ogni tipo. Le indagini dei
carabinieri del Nas di Napoli, coordinate dalla Procura della
Repubblica partenopea, hanno ricostruito l’intero scenario
delittuoso portando all’esecuzione di 26 ordinanze di custodia
cautelare, cinque delle quali notificate a persone già detenute
per altri reati e una ai domiciliari. I reati contestati sono
associazione per delinquere, rapina aggravata, porto e detenzione
abusiva di armi, sequestro di persona e ricettazione.
L’attività investigativa ha consentito di accertare l’esistenza
di diverse organizzazioni criminali che, attraverso furti e
rapine, si procuravano merce di vario genere: alimenti, abiti,
prodotti farmaceutici e per l’igiene, pezzi di ricambio per auto
ed altro. Organizzazioni che operavano in tutto il territorio
nazionale grazie anche alla presenza, nelle varie regioni
italiane, di basisti, in particolare compiacenti
autotrasportatori e addetti alla vigilanza dei depositi. A questi
gruppi criminali se ne affiancavano altri, il cui scopo
principale era `piazzare’ le merci illecitamente procacciate.
“La grande capacità e versatilità dei ricettatori consentiva –
scrive il procuratore aggiunto Francesco Greco – l’immissione sul
mercato regolare di enormi quantità di ogni genere di merci di
provenienza delittuosa, cedute ai rivenditori finali con uno
sconto pari al 50-60% del loro valore”.
Le rapine erano effettuate in base a un’attenta programmazione
anche sulla conoscenza diretta dei depositi oppure degli
autotrasportatori da assaltare e sulle precise informazioni
fornite dai basisti che davano notizie in anticipo sulla natura
della merce stoccata o trasportata e su eventuali sistemi di
allarme installati nei depositi o sui veicoli.
Per tutti un unico modus operandi. I rapinatori, infatti, per
impossessarsi del veicolo e del carico minacciavano con le armi
gli autisti che poi venivano legati e imbavagliati fino a quando
il carico e il veicolo rapinati non erano stati occultati.
E’ stato, inoltre, accertato che i rapinatori, in più occasioni,
avevano fatto uso di sofisticati sistemi di interdizione delle
frequenze radio attraverso i quali riuscivano a isolare il mezzo,
seppur coperto da allarme satellitare, creando una zona d’ombra
in grado di evitare la trasmissione del segnale di allarme alla
centrale operativa.
Le indagini hanno evidenziato il coinvolgimento di alcuni
autotrasportatori che denunciavano falsamente alle forze
dell’ordine di aver subito la rapina del tir e del carico che era
stato, invece, ceduto dietro lauta ricompensa alle organizzazioni
criminali.
Psc
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