Palermo, 11 gen. (Apcom) – Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, bacchetta le autorità dello stato che a suo giudizio hanno tollerato la situazione di sfruttamento del lavoro nero che ha portato alla rivolta di Rosarno. Parlando a Palermo in una iniziativa di presentazione del suo libro ‘Il futuro della libertà’ Fini ha detto: “Il ministro degli Interni ha detto una cosa per quale andrebbe ringraziato, ha detto che bisogna fermare il lavoro nero perchè dietro quella vicenda c’è lo sfruttamento schiavistico di chi pensa che gli servano delle braccia da far lavorare ma dimentica che dietro le braccia ci sono delle persone”.
Secondo Fini “è giusto dire no all’immigrazione clandestina ma bisogna dire di no anche allo sfruttamento del lavoro nero. Il compito dello stato – ha ricordato ancora Fini – è far rispettare la legge che prevede che il permesso di soggiorno derivi da un contratto di lavoro. Rosarno non è New York in quella situazione, quando sanno tutti che ci sono migliaia di lavoratori in nero, sfruttati è troppo comodo dire solo che bisogna fermare l’immigrazione clandestina. Bisogna chiedersi perchè tante autorità dello stato non hanno fatto il loro dovere”.
“Se chi deve far rispettare la legge si volta dall’altra parte si arriva all’esasperazione e si alimenta la xenofobia e il razzismo, a parte che dietro quelli episodi ci sono certamente anche fenomeni di criminalità organizzata”.
Secondo Fini “lo stato è credibile contro l’immigrazione clandestina quando è altrettanto duro con gli schiavisti. Occorreva che qualche delinquente sparasse – ha concluso – vedesse questa realtà?”
Bar/Fva
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