Bari, 19 gen. (Apcom) – Cosa hanno in comune Giorgia Meloni, il ministro più giovane del Governo Berlusconi, e Nichi Vendola, il governatore pugliese uscente di Sinistra e libertà fra pochi alla prova della sfida delle primarie con il Pd? Poco o nulla, ma al Meeting mondiale dei giovani che si è aperto oggi a Bari questo sembra non contare. Perché i due, la strana coppia, sembrano in completa sintonia quando si rivolgono agli oltre 1.500 ragazzi provenienti da 163 Paesi, pronti a stilare un’agenda da sottoporre alle Nazioni Unite in occasione dell’Anno dei giovani promosso appunto dall’Onu.
‘Il futuro non è finito’, è uno slogan pieno di speranze dell’appuntamento. Un concetto che Vendola prova a sviluppare: “La politica si rivolge ai giovani in un modo un po’ furfantesco, perché non è capace di ascoltare le speranze dei giovani e si lascia invece guidare dal mito del giovanilismo”. Una politica che non ascolta “la generazione ribelle di Teheran che si oppone al regime teocratico”, una politica che a Copenaghen è solo capace di “balbettare parole timide e ipocrite” su un nodo cruciale come il cambiamento climatico. E invece no, quasi urla il governatore, “la politica alzi gli occhi al cielo e recuperi la capacità di ascolto verso le nuove generazioni”.
Parole simili arrivano dalla Meloni, pronta anche lei come Vendola “al confronto fra avversari politici” capaci però di “rinunciare alla criminalizzazione dell’avversario” e di guardare “al bene comune”. Promette che dal Governo arriveranno “risposte” ai giovani, in modo da metterli in condizione di “consegnare una realtà migliore rispetto a quella che abbiamo ereditato”.
Vendola non lesina critiche al processo di globalizzazione, Meloni da posizioni diverse e distanti quasi concorda: “La globalizzazione non è un male in sé, è uno strumento. Ma è la politica che deve governarla perché deve esserci il predominio della politica sull’economia”. Vicina anche sulla precarietà, la strana coppia. Vendola rivendica “il diritto di immaginare che il futuro non sia la continuazione nevrotica del presente” e si sente vicino ai precari “acrobati della sopravvivenza”. Meloni ribalta l’accusa mossa ai ‘bamboccioni’ e chiede agli adulti di “guardare al perché ci hanno consegnato l’Italia in cui viviamo, e questo basterebbe ad aprire un contenzioso”.
Ora tocca a loro, ai giovani, avranno tre giorni per mettere giù un’agenda di priorità da consegnare all’Onu, un modo per indicare le prospettive e le sfide per la democrazia, dalla sostenibilità ambientale alle nuove frontiere per lo sviluppo sociale ed economico dopo la crisi della finanza globale.
Tom/Ral
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