Gerusalemme, 1 feb. (Apcom) – Mercoledì il discorso alla Knesset. Ma già oggi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha voluto consegnare al Paese “amico” di Israele il suo messaggio, anzi il suo “sogno”: vederlo come parte dell’Unione europea. Una idea, per la verità, esternata già in passato ma che il premier ha voluto ribadire nel primo giorno della sua visita nello Stato ebraico.
Il Cavaliere è arrivato a Gerusalemme all’indomani dell’intervista rilasciata al quotidiano ‘Haaretz’in cui definiva un “ostacolo alla pace” la politica di colonizzazione di Israele. Ad accoglierlo, al palazzo del governo, è stato il premier Netanyahu che ha mostrato forte affetto e lo ha definito “un grande combattente per la libertà”. Berlusconi ha da subito voluto sottolineare i sentimenti di “vicinanza” e “amicizia” tra i due Paesi, ma anche la comunanza dovuta al fatto “di essere noi con la cultura giudaico-cristiana alla base della civiltà occidentale europea”. Un accenno, pur non nominadolo, il premier lo ha riservato all’Iran quando ha parlato di quei Paesi che vogliono la distruzione di Israele e contro cui la “comunità internazionale” deve fare fronte comune.
Nel primo dei tre giorni della visita, Berlusconi ha anche piantato un albero nella ‘Foresta delle Nazioni’ e ne ha approfittato per tessere un elogio dell’ulivo, “simbolo di pace” e della “dieta mediterranea”. Più silenzioso e commosso, il presidente del Consiglio è apparso invece nella visita al museo dell’Olocausto dello Yad Vashem. Berlusconi ha ravvivato la fiamma perpetua al memoriale della Rimebranza, poi sul libro delle firme degli ospiti ha scritto nero su bianco il suo ‘mai più’ alla Shoah. “La nostra anima – è la frase del permier – urla ‘Non è vero, non può essere vero’ e poi, sconfitta grida ‘Mai, mai più’. Con commozione profonda, Silvio Berlusconi”.
Bac
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