Betlemme, 4 feb. (Apcom) – Un “giusta” aggiunto ‘a braccio’ in un discorso che, come raramente gli accade, aveva deciso di leggere. Silvio Berlusconi parla alla Knesset, privilegio per la prima volta consentito a un premier italiano. Parole improntate così tanto sull’amicizia per Tel Aviv che, quando parla della reazione ai missili di Hamas a Gaza, il premier scandisce quel ‘giusta’ che cambia e arricchisce il senso della frase.
Applausi dall’emiciclo dello Stato ebraico, ma non certo il migliore dei biglietti da visita per l’incontro che il premier avrà da lì a poco con il leader dell’Anp, Abu Mazen. La differenza di clima è tangibile quando i due leader arrivano in sala stampa, al termine di un colloquio durato circa quaranta minuti. Una distanza che aumenta quando il premier spiega di non aver visto il Muro che delimita Betlemme.
Né da una parte né dall’altra, per la verità, si abusa della parola amicizia, anche se Berlusconi da subito ci tiene a rivendicare il ruolo di ‘mediatore’ che si è ritagliato in questi tre giorni. E infatti assicura che Israele ha una “vera volontà” di pace. Ma allo stesso tempo ribadisce ciò che aveva detto qualche giorno fa in un’intervista ad Haaretz, e cioè che Tel Aviv dovrebbe fermare gli insediamenti per “favorire” il percorso di pace.
Ma ciò che più preme ai palestinesi è capire quelle parole del premier sulla reazione ai missili di Hamas. Berlusconi un po’ corregge il tiro dicendo che “come è giusto piangere le vittime della Shoah, è giusto manifestare dolore per quanto accaduto a Gaza”. Ma il brusio più forte tra i giornalisti palestinesi si percepisce quando Berlusconi afferma di non aver visto il Muro alto otto metri che separa Betlemme dalla Cisgiordania. Che effetto le ha fatto?, è stata la domanda. E la risposta del premier è suonata come una gaffe diplomatica. “Mi dispiace – ha detto – ma non me ne sono accorto, in quanto stavo rimettendo a posto le miei idee, prendendo appunti sulle cose che avrei dovuto dire al presidente incontrandolo. So di deluderla e me ne scuso”.
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