Madrid, 10 mar. (Apcom) – Non sarebbe strano se Berlusconi
diventasse presidente della Repubblica: a sostenerlo, in
un’intervista al quotidiano spagnolo ‘El Pais’, è oggi il
presidente della Camera Gianfranco Fini. Sembra un’apertura
cauta, quella di Fini, che alla domanda del corrispondente del
giornale di Madrid (“Berlusconi sarà presidente della
Repubblica”), risponde: “Certamente, oggi, ha un consenso
personale e popolare che rende questa ipotesi qualcosa di non
stravagante”.
Fini rifiuta però l’etichetta di “capo dell’opposizione” che
qualcuno – ricorda ‘El Pais’ – gli ha affibbiato: “Era solo uno
scherzo di un amico, di destra, chiaramente, per Carnevale. La
cultura della destra nel terzo millennio deve modernizzarsi,
bisogna farla finita con le etichette del secolo scorso, che era
il millennio scorso. Ci sono sfide culturali che dobbiamo
affrontare tutti insieme: l’integralismo, il laicismo,
l’emigrazione, i diritti dei cittadini, l’autorità dello
Stato…”.
Sulla crisi del Pd Fini afferma che “Walter Veltroni ha salvato
il partito democratico, che senza di lui le elezioni sarebbero
andate molto peggio”, e dice che “il sistema bipolare di due
grandi blocchi, in cui credo, sta in piedi solo se il governo è
forte e l’opposizione pure”. Per questo, gli chiede El Pais, “ha
fuso il suo partito con quello di Berlusconi? “I nostri elettori
sono più uniti di quanto non lo siano i nostri partiti: la grande
scommessa è il bipartitismo, farla finita con l’instabilità”.
Anche per questo, “serve un governo che governi e decida con
rapidità”, risponde il presidente della Camera alla domanda se
“si debbano dare più poteri al presidente del Consiglio”. “Allo
stesso tempo – aggiunge – quanto più il governo decide, più forte
dev’essere il controllo del Parlamento”. “La grande sfida è
trovare questo nuovo equilibrio. Quel che non può essere è che
per destituire un ministro, il Premier debba chiedere un voto di
fiducia”, sostiene Fini, secondo cui bisogna arrivare a “un
Senato regionale o autonomico, come quello spagnolo o tedesco, e
cercare un nuovo equilibrio fra potere legislativo ed esecutivo”.
Ape
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