SOLBIATE OLONA Truffa da quasi 13 milioni di euro: condannate con rito abbreviato le menti del complotto. Vittima del buco in bilancio, la General Vending di Solbiate Olona spa, leader nella realizzazione di quei distributori di snack e bevande presenti in quasi ogni ufficio, che ieri davanti al gup di Busto Cristina Marzagalli ha avuto giustizia grazie alla tenacia del pm Sabrina Ditaranto. Sul banco degli imputati Mauro Pompeo Bonfanti, gallaratese ex dipendente infedele dell’azienda truffata,
Antonello Puricelli, imprenditore bustese e Sebastiano Patti, imprenditore di Cassano Magnago. Bonfanti è stato condannato a 6 anni di reclusione con ammenda di 2 mila euro, Puricelli è stato condannato a 4 anni di reclusione con ammenda di 1.400 euro; Patti, infine, è stato condannato a un anno e 4 mesi: rispondeva “soltanto” del riciclaggio di parte del denaro rubato alla General Vending. La truffa è andata avanti dal 2000 al 2004 grazie al genio informatico di Bonfanti, considerato il leader dell’operazione criminosa. Bonfanti era all’epoca dipendente della General: precisamente funzionario nel reparto amministrativo della società. Grazie alla sua posizione, l’imputato ha fabbricato per 4 anni ricevute bancarie fasulle intestate a società compiacenti e, grazie al possesso dei codici del remote bannking della General, autorizzava i pagamenti delle riba stesse. In sintesi Bonfanti emetteva e faceva pagare alla società per la quale lavorava conti intestati ad altre ditte coinvolte nel gioco, che però non avevano mai fornito servizi di alcun genere alla spa solbiatese. Puricelli era incaricato di gestire il giro di imprenditori consenzienti che ricevevano e ripulivano il denaro prima di spartirlo con le menti. Patti era uno di questi imprenditori: gli altri, una ventina circa, hanno nella maggior parte dei casi già patteggiato: gli ultimi rimasti andranno a dibattimento il prossimo 7 luglio. Le meni del giro erano però Bonfanti e Puricelli: il primo agiva all’interno, il secondo all’esterno. Il dipendente infedele aveva addirittura creato una contabilità parallela: registri falsi ma apparentemente in regola da mostrare al cda; registri veri con buchi annessi per una consultazione personale. Grazie alla sua abilità informatica, l’uomo aveva creato un doppione informatico da esibire ai vertici aziendali con schermate sempre in ordine. Ma dopo 4 anni il gioco è stato scoperto: convocato dai superiori Bonfanti avrebbe detto «vado a prendere i bambini a scuola e torno» e non avrebbe più rimesso piede in azienda. Ora si cercano i soldi: il giudice ha condannato le parti all’istantaneo risarcimento di oltre 12milioni 771 mila euro.
e.romano
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