Vancouver/ Petrucci: Italia da 5 e mezzo in Giochi difficili


Vancouver (Canada), 28 feb. (Apcom)
– Voto cinque e mezzo, Italia rimandata a Sochi 2014. Nel giorno dei bilanci il presidente del Coni, Gianni Petrucci, non nasconde la sua delusione per i risultati della spedizione azzurra alle Olimpiadi invernali di Vancouver. Il medagliere langue rispetto alle previsioni iniziali: tre bronzi, un argento e l’oro arrivato in extremis dallo slalom con Giuliano Razzoli. “Sono stati Giochi in chiaroscuro, deludenti e non esaltanti. Una vera sofferenza, poi c’è stata questa chicca dorata che rende tutto un po’ meno amaro”. Giorni di grandi delusioni, dallo sci femminile al pattinaggio di velocità passando per il fondo e Carolina Kostner.

“Il mio voto è cinque mezzo”, afferma il numero uno del comitato olimpico. Un voto su cui concorda anche il segretario generale Raffaele Pagnozzi. Petrucci e il capo missione “difendono il lavoro” delle federazioni sport invernali e ghiaccio ma al tempo stesso ritengono necessari alcuni cambiament. Le Olimpiadi dovranno essere al primo posto nella preparazione e nei pensieri di atleti e federazioni, inoltre vi sarà molta più condisione tra Coni e federazioni anche nelle scelte tecniche.

Petrucci, nella conferenza stampa a Casa Italia a Vancouver, esordisce con una frase di Eraclito: “Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare ciò che non ti aspetti. E’ chiaro che la vittoria di Razzoli cambia un po’ lo scenario, non tutto ovviamente, non è che sono così folle da dire che queste Olimpiadi sono state esaltanti per lo sport italiano. Però la vittoria di oggi dà un risultato diverso anche se p pur sempre un risultato in chiaroscuro, che ci impone un’analisi accurata con le due federazioni in Italia e
certo se dovessi dire che alla partenza avrei firmanto per cinque medaglie, certamente no. Però diciamo che alla fine noi usciamo sempre allo sprint, l’ultimo giorno, in tutte le Olimpiadi c’è la vittoria importante, quella conclusiva. Lo slaom è una medaglia importante, una gara conclusiva, una disciplina che richiama l’attenzione”.

Petrucci conferma che “ci sono stati momenti in cui lo scoramento ha prevalso su di noi, ci sono mancate medaglie importanti, però poi alla fine noi vediamo che nel medagliare l’Italia è lì. Non tra le prime dieci come speravamo però ci sono momenti di ricambio e belle pagine con giovani che hanno esordito”.

Nessun processo quindi ai presidenti federali Giancarlo Bolognini (Fisg) e Giovanni Morzenti (Fisi): “Le vittorie sono le vittorie di tutti, le sconfitte sono le sconfitte di tutti. Ringrazio i due presidenti federali, i tecnici e gli atleti che sono la parte più importante e che difenderò sempre. Anche
quando ci sono delle polemiche, ed è normale che ci siano in Giochi così difficili, ma quando rispettano l’etica sono sempre dallo loro parte”, dice riferendosi alla sfogo di Arianna Fontana, bronzo nello short track, che aveva lamentato scarsi passi in avanti nella preparazione.

Però si chiede maggiore attenzione per l’evento a cinque cerchi: “Agli atleti dico: ricordatevi che una medaglia olimpica vale molto di più di una coppa del mondo o di un mondiale. Si è semrpe campioni olimpici e si è ex campioni del mondo. Serve maggiore conttato tra federazioni e atleti”.

Il Coni quindi non “scarica le responsabilità” sulle federazioni, se ci sono “sono di tutte e due”. E’ chiaro però. incalza Petrucci, che “qualcosa cambierà nei rapporti tra la preparazione olimpica e le federazioni ma con larga sintonia. Serve una maggiore incisività”. Le scelte, a partire dalle
nomime dei direttori tecnici, saranno condivise e la commissione per la preparazione olimpica del Coni attuerà una verifica annuale sui risultati che si raggiungono e sull’andamento della preparazione che deve tener sempre conto delle Olimpiadi. Bisognerà lavorare anche sul ricambio
generazionale in quelle discipline come il fondo che a Vancouver hanno di fatto chiuso un ciclo con atleti prossimi al ritiro. Ma bisognerà investire anche nella ricerca sui metariali.

Petrucci ribadisce il suo giudizio su Carolina Kostner: “Non è una campionessa, ma lo dico come padre di famiglia per difenderla. Il campione si vede in queste cose, viene fuori nei momenti delicati”. Nessun rimpiato sugli investimenti fatti: “Abbiamo investito su di lei come risultato sportivo e come immagine. Io ho ancora fiducia, ma chi ha vinto qui ha qualcosa in più”. Il segretario generale Pagnozzi ha
inoltre confermato che la previsione di budget di spesa di 2.800.000 è stata confermata.

Lpr-Caw

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