Bruxelles, 3 mar. (Apcom) – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fortemente impressionato oggi i suoi interlocutori della Commissione europea, e poi i funzionari italiani dell’Esecutivo Ue e gli stessi giornalisti, durante la terza giornata della sua visita di lavoro a Bruxelles, per la sua competenza e la lucida analisi delle tematiche comunitarie, oltre che per il suo noto impegno di europeista della prima ora.
Da ex presidente della commissione costituzionale del Parlamento europeo, il capo dello Stato è un profondo conoscitore del nuovo Trattato Ue di Lisbona (di cui si è occupato nella sua versione precedente, la Costituzione Ue, poi naufragata, ma ampiamente ripresa nel nuovo testo). Durante la sua conferenza stampa congiunta con il presidente della Commissione José Manuel Barroso, ha sottolineato la necessità di “mettere a frutto tutto il potenziale del nuovo Trattato, affinché le innovazioni che contiene non restino sulla carta”. Il capo dello Stato ha menzionato in particolare l’importanza della nuova figura dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) e del servizio diplomatico esterno dell’Ue su cui si appoggerà la sua azione.
Napolitano ha respinto l’interpretazione – molto corrente attualmente nella stampa internazionale – secondo cui proprio il rappresentante per la Pesc (Catherine Ashton), insieme al nuovo presidente ‘stabile’ del Consiglio europeo (Hermann Van Rompuy), starebbero creando molta confusione e complicando le cose invece di semplificarle. “Siamo in fase di rodaggio di Lisbona – ha osservato – e durante il rodaggio può capitare che i motori si ingarbuglino un po’”.
Durante il suo intervento davanti ai commissari europei, il presidente ha invocato la necessità di “una più forte volontà politica” , come “fattore decisivo” per l’attuazione del nuovo Trattato e per “il nuovo sviluppo di una serie politiche comuni chiave, come la politica dell’immmigrazione”. “Non possiamo arrenderci a una sorta di ‘stanchezza dell’integrazione'”, ha aggiunto Napolitano, sottolineando che, invece, “dobbiamo avanzare nuove motivazioni pressanti per una più profonda, più marcata e coerente integrazione”.
“Ciò di cui abbiamo bisogno – ha poi detto il presidente in sala stampa -è più unità e più integrazione, e quindi della piena riaffermazione del ‘metodo comunitario’ che è stato alla base di tutti gli sviluppi e i successi della costruzione europea. Non c’è nessun singolo Stato membro, per quanto forte e importante – ha osservato -, che possa da solo reggere le sfide del dopo crisi e, in generale, della globalizzazione. Solo attraverso il rafforzamento della nostra capacità di decisione e di azione comune potremo salvaguardare – ha concluso Napolitano – il ruolo essenziale dell’Europa nel mondo globale”.
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