GORLA MINORE «E’ stata dura, durissima rialzare la serranda del gabbiotto dove hanno ammazzato nostro padre. Ma grazie al sostegno della famiglia ci siamo riusciti». Emanuele e Sara Canavesi ieri mattina hanno riaperto il distributore Shell di Prospiano dove il 22 febbraio, loro padre, il 68enne Angelo Canavesi, era stato freddato da due colpi di pistola nel corso di una rapina. I due giovani sono arrivati puntuali al lavoro, accompagnati dal maresciallo dei carabinieri di Gorla Minore che ha tolto i sigilli dall’impianto
posto sotto sequestro in seguito all’omicidio: «Questa mattina abbiamo aperto alle 7 in punto, come faceva sempre papà – racconta Emanuele mentre compila il registro dei conti – Non ritardava mai di un minuto, anche se per legge si potrebbe aspettare fino alle 7.30. Era rigoroso e si arrabbiava se arrivavamo in ritardo». Dietro la scrivania, appesa sulla parete c’è la fotografia di Angelo. Poco più in là c’è quella del nipotino, il figlio di Emanuele di soli 11 mesi, a cui il nonno era molto legato.
Gli zii e alcuni amici, che alle 7 erano già sul posto pronti a sostenere i due fratelli, sono rimasti lì per tutta la giornata a dare una mano nel lavoro così duro da affrontare. Anche i clienti si sono fermati numerosi al distributore di Prospiano: per fare benzina, certo; ma soprattutto per fare sentire alla famiglia Canavesi la vicinanza della comunità di Gorla Minore.
Difficile sentirsi sicuri e lavorare come se nulla fosse successo, anche se le sei telecamere, installate dal titolare di un istituto di vigilanza di Gallarate, tranquillizzano i gestori; la società proprietaria della pompa di benzina ne fornirà altre a un altro distributore di Gorla, ancora sprovvisto di videosorveglianza.
e.romano
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