Usa/Sanità, Nancy Pelosi a Congresso, “lo facciamo per l’America”


Washington, 21 mar. (Apcom)
– I democratici statunitensi contano i voti, e la presidente democratica della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, in uno sfoggio di fiducia arrivando al Congresso ha dichiarato “lo facciamo per il popolo americano”. In gioco che oggi l’approvazione di una storia riforma della Sanità, il progetto del presidente Barack Obama. In questa insolita seduta domenicale, i depitati dovranno votare il progetti di legge già approvato in dicembre al Senato, e poi il pacchetto di emendamenti che sono serviti a “riconciliare” il testo con quello approvato in novembre proprio da loro.

Solo che servono 216 voti e diversi deputati democratici sembrano ancora in bilico. Si tratta di antiabortisti che vogliono garanzie sul fatto che la copertura medica estesa anche all’aborto non farà danni: per esempio, vogliono conferme sui tagli federali all’interruzione di gravidanza.

I democratici ostentano sicurezza e assicurano di avere i numeri, ma il voto intanto sembra in ritardo. E i repubblicani – che intendono votare in blocco contro la riforma, con buona pace dei sogni bipartisan di Obama – lanciano moniti: il governo la pagherà carissima alle urne del prossimo novembre per le elezioni di medio termine. Un manifestante oggi ha urlato a Pelosi: “NO, lo state facendo AL popolo americano!”. Altri scandivano, “Kill the Bill!”, uccidi la legge, ma anche un gioco di parole con il celebre film di Tarantino “Kill Bill”.

La riforma, lungi dal creare una sanità pubblica “all’europa”, in sostanza obbliga quasi la totalità dei cittadini americani a dotarsi di un’assicurazione medica, fornendo aiuti e sgravi a chi non se la può permettere. Dovrebbe anche servire ad abbassare i costi improponibili delle polizze assicurative e delle prestazioni sanitarie. Le aziende al di sopra dei 15 dipendenti dovrebbero aiutare gli impiegati ad assicurarsi. Il costo per il bilancio statale di tutto ciò è oneroso. Ma per una parte di americani, il problema è soprattutto che questa riforma sa di “socialismo”.

Aqu

© riproduzione riservata