Washington, 22 mar. (Apcom) – Barack Obama è riuscito nell’impresa mancata per oltre un secolo dai suoi predecessori.
La riforma del sistema sanitario nazionale negli Stati Uniti, da ieri, è una realtà. La Camera dei rappresentanti americana ha approvato il progetto di legge di riforma fortemente voluto dal presidente, a cui adesso non resta che promulgare il testo. I Rappresentanti Usa hanno adottato il testo, nella versione approvata dal Senato il 24 dicembre, con una maggioranza di 219 voti contro 212,
tre voti più dei 216 necessari. I repubblicani hanno votato compatti per il no. “Abbiamo dimostrato che siamo ancora un popolo capace di fare grandi cose”, ha commentato Obama dalla Casa Bianca.
La svolta si è avuta nel primo pomeriggio di ieri, quando il presidente ha accettato di firmare un executive order sull’aborto che ha placato le residue ansie dei deputati Democratici anti-abortisti, assicurando così il necessario quorum alla Camera. L’executive order di fatto mantiene lo status quo – niente fondi federali se non in casi estremi – nonostante la legge preveda la possibilità di ricorrere alle assicurazioni per le interruzioni di gravidanza, pagandole tuttavia come un servizio a parte rispetto alla normale copertura.
La riforma, lungi dal creare una sanità pubblica “all’europea”, in sostanza obbliga quasi la totalità dei cittadini americani a dotarsi di un’assicurazione medica, fornendo aiuti e sgravi a chi non se la può permettere. Dovrebbe anche servire ad abbassare i costi improponibili delle polizze assicurative e delle prestazioni sanitarie, mentre le aziende al di sopra dei 50 dipendenti dovrebbero aiutare gli impiegati ad assicurarsi; il costo per il bilancio statale di tutto ciò è naturalmente oneroso e verrebbe finanziato in parte con i tagli a Medicaid e in parte con nuove tasse ad hoc.
Da notare che il testo che approderà sulla scrivania di Obama è quello approvato dal Senato: con la perdita del seggio di Ted Kennedy nel Massachussets si è persa infatti la maggioranza qualificata che metteva i Democratici al riparo da qualsiasi ostruzionismo parlamentare, rendendo impossibile un’armonizzazione dei due provvedimenti già adottati dalla due Camere per una seconda lettura. Una volta promulgata la legge, così, il Senato dovrà ancora adottare alcune “correzioni” per renderla conforme ai desideri dei deputati della Camera.
Questa sera abbiamo superato il peso della politica, mentre tutti gli specialisti affermavano che questo non sarebbe stato più possible”, ha commentato Obama pochi minuti dopo l’approvazione del progetto di legge alla Camera. “Non ci siamo arresi al cinismo, alla sfiducia, alla paura. Abbiamo provato che restiamo un popolo capace di grandi cose”, ha aggiunto il presidente.
Obama è intervenuto alla televisione dalla “East Room” della Casa Bianca. Il presidente, che ha dovuto utilizzare tutta la sua influenza politica per convincere la sua maggioranza a firmare un testo molto impopolare, ha comparato la propria vittoria con le sfide storiche degli americani. “Questa sera abbiamo risposto all’appello della storia come tanti americani hanno fatto prima di noi”, ha dichiarato. “Non siamo sfuggiti alle nostre responsabilità, le abbiamo affrontate. Non abbiamo avuto timore del nostro futuro”.
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