Bologna, 29 mar. (Apcom) – Beppe Grillo è stato solo “il detonatore, noi siamo la dinamite”. Che in Emilia-Romagna ha provocato un cratere, vicino al 7%. Giovanni Favia, candidato alla presidenza della Regione, non ci crede ancora di aver superato l’Udc (4%) e di aver portato – se i dati provvisori saranno confermati – due consiglieri; ma non si monta la testa: “Non sarò un consigliere unico, ma un consigliere collettivo”.
Prima di concedersi ai giornalisti, il giovane esponente del “Movimento a 5 stelle”, già consigliere comunale a Bologna prima delle dimissioni del sindaco Flavio Delbono, stringe la mano a Vasco Errani.
“Non c’è nessuna proposta dal Pd” per un possibile ingresso nella prossima giunta regionale, “ma se anche ci fosse, non sarebbe giusto nei confronti di chi ci ha votato. Ci siamo presentati da soli, la politica si può fare anche dall’opposizione. Il Pd ha respinto i nostri ‘V-day’ durante i quali abbiamo fatto proposte di buon senso…”. Errani viene riconfermato Governatore emiliano-romagnolo: “Ritengo che questa sia una sconfitta di Errani – taglia corto Favia – il vero voto di protesta è l’astensionismo. Chi ha votato noi, ha votato per i nostri programmi”.
Prova a chiamare al telefono Beppe Grillo, che non risponde. “Oggi è il trionfo per quel 7% dei cittadini”, dall’altra parte, dal Pd al Pdl, “si è andati a votare l’uno contro l’altro… basti pensare che candidati dello stesso partito si sono coperti manifesti elettorali a vicenda. I partiti sono diventati un ufficio di collocamento per mediocri; sono morti; bisogna trovare nuove forme di aggregazione sociale; noi siamo la vera politica”. Cosa farà il grillino in Assemblea legislativa? Prima di tutto “decideremo con le primarie chi andrà in consiglio tra i secondi arrivati a Modena e Reggio Emilia. Poi analizzeremo i conti pubblici, metteremo tutto on-line. Tra qualche anno, quando arriveremo alla Camera e al Senato, ci sarà il coronamento” del progetto di Grillo.
“Vogliamo lavorare per conquistare il 10% degli astenuti – spiega Favia -. Un anno fa non mi sarei mai immaginato questo, a volte mi gira ancora la testa. Per questa campagna elettorale abbiamo speso 5.600 euro, per le comunali dello scorso anno avevamo speso 4mila euro: ci vuole più rispetto per i cittadini”. A Bologna, tra qualche mese, si dovrà votare per il sindaco: “Non mi candido – assicura il grillino – ci sono tanti ragazzi e ragazze in gamba. Beppe avrebbe potuto candidarsi subito dopo i V-day, non l’ha fatto, e i cittadini si sono organizzati. Il nostro nemico è l’anonimato, ora andremo a lavorare per i cittadini che non credono più nei partiti. A noi la palla, Grillo ci ha dato solo il via”.
Pat-Pol
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