Polonia/ Salma Kaczynski a Varsavia. A Mosca ‘scatole nere’ volo


Mosca, 11 apr. (Apcom)
– E’ tornata a casa la salma del presidente polacco Lech Kaczynski: a Varsavia il volo speciale scortato dai caccia Mig-29 è atterrato alle 15, dopo due ore di volo da Smolensk, in Russia. La Polonia è ancora sotto shock, dopo l’ecatombe di ieri quando l’aereo presidenziale Tu-154 con a bordo il capo di stato, la first lady e buona parte dell’elite politica, finanziaria e militare, è precipitato, con tutta probabilità per un errore umano. A pochi chilometri dal villaggio russo di Katyn, luogo 70 anni fa dell’orrendo massacro di 22.000 soldati polacchi ad opera della polizia segreta sovietica.

Sembra una tragedia senza fine quella polacca. Il Paese ha osservato oggi due minuti di silenzio e il lutto nazionale proseguirà per una settimana. Attoniti e segnati dal dolore hanno accolto il feretro all’aeroporto militare Okecie, il gemello del capo di stato ed ex premier Jaroslaw Kaczynski e l’unica figlia Marta, che nell’incidente di ieri ha perso anche la madre, Maria. Presenti gli alti esponenti dello stato: il primo ministro Donald Tusk, tutti i membri del governo, il presidente ad interim e speaker Bronislaw Komorowski, il capo del Senato Bogdan Borusewicz, il presidente del Parlamento europeo ed ex-premier polacco, Jerzy Buzek, nonchè deputati e senatori.

Jadwiga (Edvige) Kaczynski, madre 83enne dei gemelli Kaczynski, non sa ancora che il figlio è morto. Malata di cuore e ricoverata all’Istituto Militare di Medicina, ha in realtà inconsapevolmente salvato, grazie alla sua convalescenza, almeno uno dei suoi due gemelli: Jaroslaw nei giorni scorsi era molto preoccupato per lei. Per questo aveva annullato il suo viaggio a Smolensk, scampando di fatto a morte sicura, visto che doveva essere anche lui a bordo dell’aereo schiantatosi.

A Mosca, nel frattempo è in atto la decodifica delle scatole nere, punto cruciale per valutare se davvero i piloti polacchi del Tupolev 154 non hanno dato retta alla torre di controllo russa, e nonostante la nebbia si siano azzardati nell’atterraggio fatale che è costato la vita a 96 persone. In base alle prime ricostruzioni, non ci sarebbero stati “problemi tecnici”. La causa diretta dello schianto sono state le cime degli alberi nascoste dalla scarsa visibilità: un’ala del velivolo vi sarebbe rimasta incastrata. “Il pilota è stato informato delle condizioni meteorologiche (nebbia fitta), e tuttavia ha deciso di atterrare”, ha riferito oggi al primo ministro Vladimir Putin, il capo del comitato investigativo della procura di Russia Alexander Bastrykin.

Nel frattempo in seno all’esercito polacco è polemica per i
vertici militari decapitati dalla tragedia aerea di Smolensk
(Russia): non doveva accadere secondo il generale Waldemar
Skrzypczak, ex comandante delle Forze terrestri. “I miei amici
sono morti” dice Skrzypczak. “E’ difficile immaginare le
dimensioni di questa tragedia per l’esercito”. Immediata la
replica “non vi è alcuna paralisi del sistema di comando
dell’esercito” afferma il colonnello Sylvester Michalski,
portavoce dello Stato Maggiore. Di fatto la caduta dell’aereo

/> presidenziale ha falcidiato gli alti ranghi in maniera
impressionante. A bordo, oltre al presidente Lech Kaczynski ed
alti esponenti dell’elite politica e finanziaria, c’erano il
generale Franciszek Gagor che esercitava la funzione più
importante: Capo di stato maggiore generale; il generale
Bronislaw Kwiatkowski, capo del Comando operativo che coordinava
le attività dei soldati polacchi in missioni estere, tra cui, la
più importante in Afghanistan; il Comandante delle Forze
terrestri, Gen. Tadeusz Buk che subentrò lo scorso autunno,
proprio a Skrzypczak. Difficile pensare a come i vertici verranno rimpiazzati.

Cgi

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