Grecia/ Berlino frena su aiuti e Tremonti a Berlino: solidarietà


Washington, 23 apr. (Apcom)
– Roma chiede a Berlino più solidarietà negli aiuti alla Grecia nell’interesse comune di tutta l’Europa della moneta unica. Nel giorno più difficile della crisi finanziaria ellenica, con il governo di Atene costretto a chiedere l’attivazione del meccanismo di aiuti della Ue e del Fondo Monetario Internazionale, non è piaciuta al ministro dell’Economia Giulio Tremonti la risposta gelida della cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo la quale gli aiuti si possono stanziare solo “se la stabilità complessiva dell’euro è minacciata” e solo se Atene “presenta un piano di risparmi credibile”. Parole alle quali ha fatto eco il presidente della Bundesbank Axel Weber: “Il rischio di contagio” greco è aumentato e troppi paesi, ha detto, “hanno ancora dei deficit pubblici troppo elevati”.

Il ministro dell’economia italiano ha così scelto di formulare un vero e proprio appello alla ragione e alla solidarietà del Paese più potente d’Europa, invitandolo ad assumersi anche le responsabilità di tale status. In una dichiarazione resa ai telegiornali della Rai Tremonti ha esordito con una metafora: “Se la casa del tuo vicino prende fuoco, anche se è una casa piccola e la colpa magari è del tuo vicino, non ti conviene fare finta di niente. Ti conviene, se ce l’hai e noi ce l’abbiamo, dargli l’estintore perché sennò il fuoco arriva anche a casa tua e non ti puoi illudere se la tua casa è più bella e più grande di non rischiare. Sto parlando – ha sottolineato il ministro dell’Economia – se non si è capito della Germania”.

Giulio Tremonti ha affermato esplicitamente che “è arrivato il momento in Europa in cui i paesi grandi devono dimostrare di essere grandi paesi, di avere una visione nell’interesse comune, anche nell’interesse specifico dei paesi più ricchi e più fortunati. Chi ha dato fuoco – aggiunge il ministro dell’Economia – chi ha creato il problema lo deve risolvere. Ma pensare che sia un problema solo suo è sbagliato.
Credo che la posizione italiana che è questa sia la più ragionevole e credo che alla fine anche in Europa si consoliderà un’idea di intervento nell’interesse di tutti”.

Su questa posizione a fianco di Tremonti c’è il ministro dell’Economia francese Christine Lagarde che oggi ha voluto rassicurare sul fatto che il processo di aiuti finanziari alla Grecia permetterà di ristabilizzare l’euro e di minimizzare le resistenze tedesche. “Ci sono stati- ha detto Lagarde a Radio Europa 1 – dei movimenti d’instabilità che non sono stati propizi nè positivi per l’euro, che oggi ha raggiunto il suo livello più basso da quasi un anno nei confronti del dollaro. E credo- ha aggiunto – che il piano che si sta avviando e la procedura che è stata messa in atto è nella natura di stabilizzare una moneta che ne ha bisogno”.

La Lagarde ha poi voluto minimizzare le resistenze della Germania che comunque è destinata a essere, per il suo peso economico, il maggior contributore della Grecia per il piano d’aiuti. “E’ un formalismo – ha osservato Lagarde – al quale i tedeschi sono legati e ne hanno ragione”, ha chiosato il ministro spiegando che se”c’è un processo che viene messo in atto, si è in quindici sopra la barca che deve andare a sostenere la Grecia, ed è normale che ciascuno lavori secondo le sue procedure, le sue agende e la necessità di verificare attraverso i nostri parlamenti che tutto sia in regola”.

A disposizione di Atene dovrebbero esserci in totale 45 miliardi di euro, di cui 30 messi sul piatto dai partner dell’eurozona: la quota dell’Italia, decisa dall’eurogruppo l’11 aprile scorso, sarà di 5,4 miliardi di euro, 90 euro per abitante. La fetta più grossa verrà invece da Berlino che offre 8,4 miliardi euro, 103 euro per ogni tedesco. L’ammontare dell’aiuto che verrà concretamente fornito non è stata ancora deciso e la cifra potrebbe emergere dai negoziati con il Fondo monetario internazionale. E’ anche possibile che il prestito venga concesso in varie tranche, sulla base dei progressi fatti da Atene nel risanamento dei conti pubblici, sul modello di quanto avviene per i prestiti del Fmi.

Bol

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