Lazzate – C’era una volta una terra e c’era il suo sapore: c’erano allevamenti, coltivazioni, c’era vino e c’erano artigiani. Sorpresa: ci sono ancora. E per raccontare la storia delle loro radici hanno deciso di fare di più, di farne un rete di agricoltori, artigiani, produttori che con sei gambe e sotto un’insegna – una giostra dei sapori – saranno ambasciatori del gusto della Brianza. Debutta questo fine settimana “Tutti giù per terra”, il progetto coltivato dal Slow
food con una schiera di professionisti del cibo e un nuovo compagno di viaggio: un’osteria itinerante in grado di portare ai quattro angoli delle province pedemontane e, perché no, un po’ più in là, la tradizione enogastronomica del quadrilatero compreso tra gli estremi più bassi del lecchese e la città di Teodelinda, il verde del vimercatese e le mani della Brianza occidentale.
Si parte da Lazzate, dove sabato 24 e domenica 25 aprile piazza Giovanni Paolo XXIII accoglierà il mercato con cucina organizzato dalla condotta Slow food di Monza e Brianza, con la ristorazione di Luca Monti e il cartello di produttori “Dire, fare, mangiare”. Dalle 10 alle 20 tutto ruoterà attorno all’idea che è necessario «ridare dignità alla terra, ai suoi prodotti e ai suoi attori; difendere la biodiversità di frutta e verdura, valorizzare le tradizioni gastronomiche, promuovere un’agricoltura sostenibile, tutelare i piccoli produttori ed incentivare il ritorno delle giovani generazioni al lavoro nei campi; consumare i prodotti secondo la giostra delle stagioni salvaguardando l’ambiente e i territori».
E allora, tanto per iniziare, il “dire”: un’arena del gusto, lo spazio fisico e culturale destinato alla discussione e all’approfondimento sul cibo – ed è cibo del terroir – ai laboratori in cui capire e scegliere cosa comprare, alle spese guidate, al confronto con gli amministratori pubblici e ai professionisti. Poi, “fare”: il mercato vero e proprio, dove trovare vino di Montevecchia e Perego o birra cruda di Carate e Monza, luganega munsciasca, asparagi rosa di Mezzago, patate di Oreno, erbe, verdura e frutta tavolta introvabili, pecora brianzola, pane con lievito madre e tutto quello che una ventina di produttori e trasformatori del cibo ha deciso ostinatamente di tramandare o riportare in vita, qualche volta inventare, dopo avere aderito a un regolamento disegnato sulle linee guida Slow food. Che significa buono, pulito e giusto. E infine “mangiare”: ristorante, anzi no, osteria, dove pranzare o cenare in base alla stagionalità.
Per sabato e domenica (prenotazioni da www.tuttigiuperterra.biz o 366.8037770), il menu è pronto: prosciutto di Marco d’Oggiono e luganega, salame di sola coscia e formaggi di Montevecchia, poi ravioli ricotta e asparagi di Mezzago, gnocchi di patate alla luganega, la stessa lunganega monzese in umido e ancora gli asparagi rosa con uova, prima della torta paesana.
Saranno le prove generali di un progetto ben più ampio e organico, nei piani della condotta Slow food guidata ancora dal giussanese Agostino Cellini dopo il rinnovo dell’incarico di fiduciario, all’inizio dell’anno, e l’allargamento del direttivo a diciotto persone, su una base di iscritti che sfiora le cinquecento tessere: è una delle realtà slowfooder più grandi e attive d’Italia. «Il debutto di “Tutti giù per terra” arriva dopo una lunga e meditata gestazione – scrive Cellini nella presentazione – La convinzione che il cibo e le produzioni tradizionali esprimessero una cultura, hanno trovato la conferma puntuale nell’entusiasmo con cui un manipolo di produttori si sono legati a questo progetto, convinti che il loro lavoro non si debba fermare ad una semplice produzione di reddito, ma possa fare da ambasciatore del gusto della loro terra».
Obiettivo: otto, dieci appuntamenti all’anno, e non solo nei confini di Monza, Brianza e Lecco. Perché «qualcuno – prosegue il fiduciario – ci ha già proposto iniziative al di fuori del nostro territorio». E soprattutto perché ritrovare il gusto di questa terra – di legno e di bulloni, di hightech e di fabbrichette – è un invito a pranzo con sorpresa.
Massimiliano Rossin
m.rossin
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