Washington, 25 apr. (Apcom) – di Luca Borsari
“La Grecia è e resterà sempre un membro dell’eurozona. Punto”. Per il ministro delle finanze greco Georges Papacostantinou, dopo la girandola d’incontri istituzionali ai massimi livelli per accelerare il varo del piano di sostegno congiunto Ue-Fmi, è giunto a Washington il momento di tornare a rivolgersi al pubblico. Lo ha fatto in una affollatissima conferenza stampa nella sede del Fondo Monetario Internazionale mostrandosi molto fiducioso sulla rapidità di definizione del meccanismo di sostegno ad Atene e formulando una risposta ferma e pacata al collega tedesco Wolfganch Shauble, che in un’intervista aveva ipotizzato un “no” di Berlino al piano in assenza di precise garanzie. Smentita senza possibilità di equivoci, inoltre, alle voci di ristrutturazione del debito greco e cioè alla possibilità che chi detiene titoli di Stato greci possa ricevere meno di quello che ha investito comè successo in passato con i bond argentini.
Che non ci sia tempo da perdere è fuor di dubbio. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn, dopo aver ha incontrato Papacostantinou non ha usato mezzi termini: “Il ministro e io – ha detto – abbiamo avuto un incontro molto costruttivo e sono colpito dalla determinazione delle autorità greche di intraprendere le azioni necessarie per rimettere la loro economia sui binari giusti. Da quando abbiamo ricevuto la richiesta di sostegno finanziario venerdì scorso, le nostre discussioni con le autorità hanno accelerato. Il Fondo monetario, i partner europei e ciascuno coinvolto in questo sforzo di finanziamento riconosce il bisogno di velocità. Sono fiducioso che concluderemo le discussioni in tempo per soddisfare i bisogni della Grecia. E siamo tutti consapevoli – ha concluso il numero uno del Fondo – della serietà della situazione e degli sforzi coraggiosi che sta facendo il popolo greco”.
Papacostantinou, rispondendo ai giornalisti, ha affermato che, vista la rapidità delle trattative, non ci sarà bisogno di un prestito-ponte in attesa dell’erogazione definitiva degli aiuti. E in questa luce ha aggiunto che il suo Paese sarà in grado di rispettare le scadenze per il rimborso dei titoli pubblici che scadono a metà maggio. Smentita anche la possibilità che gli aiuti del Fondo ad Atene, in totale 15 miliardi di euro, arrivino prima dei fondi europei, pari nel loro complesso a 30 miliardi. Papaconstantinou ha infatti assicurato che il processo di negoziazione con Ue e Fmi procede “in parallelo” specificando che il pagamento avverrà “simultaneamente”.
Il ministro ha poi escluso qualsiasi ipotesi di ristrutturazione del debito greco e ha sottolineato i primi importanti risultati del piano di risanamento finanziario varato di Atene con una forte riduzione del deficit in corso dicendosi sicuro – nel suo inglese perfetto – che quelli che scommettono sull’incapacità della Grecia di onorare il suo debito “perderanno la camicia”.
E’ importante affermare a questo punto – ha spiegato – che questi negoziati non partono dal nulla. Il governo greco – ha detto ancora il ministro – sta già attuando un piano di stabilità e crescita a triennale molto ambizioso che che è stato formalizzato insieme ai partner europei e segue un numero di decisioni assunte all’Ecofin. Già ci sono primi risultati molto buoni: nel primo trimestre del 2010 il deficit di bilancio è calato del 40%, una diminuzione superiore del 10% di quanto stimato nel programma e abbiamo aperto ogni agenda di riforme possibile”, da quella fiscale, a quella delle pensioni, ai primi annunci sull’apertura delle professioni chiuse, alle privatizzazioni.
Risposta pacata, invece, alle domande centrate sull’intervista odierna del ministro tedesco delle finanze Wolfgang Schauble, secondo il quale la Germania potrebbe dire “no” alla richiesta di aiuto finanziario della Grecia nel caso in cui Atene non mettesse in atto una “stretta politica di rigore”. Risponde Papacostantinou: “Parlo molto regolarmente con Wolfgang Schauble e abbiamo un rapporto personale molto buono. Sono completamente a bordo sul bisogno per uno schema di condizionalità e sostengono pienamente la decisione che la Germania ha co-firmato a livello dei capi di stato e di governo”. Ma la risposta più importante arriverà lunedì dai mercati.
BOL
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