Washington, 1 mag. (Apcom) – La legge di riforma della protezione dell’ambiente varata dall’Amministrazione Obama potrebbe rimanere anch’essa vittima della marea nera seguita all’esplosione della piattaforma offshore “Deep Water Horizon”, che ha provocato un disastro ambientale nel Golfo del Messico.
Il provvedimento infatti prevede la revoca della moratoria sulle trivellazioni offshore, un concessione all’opposizone Repubblicana – e alle aziende petrolifere – per ottenere un accordo di più ampio respiro: ma la clausola, criticata dagli ambientalisti, rischia ora di dover essere ritirata dalla legge lasciando l’Amministrazione priva di un’arma negoziale forse decisiva per l’iter del provvedimento.
La legge mira a ridurre il livello delle emissioni di gas serra del 17% (rispetto ai livelli di cinque anni fa) entro il 2020, ma prevede anche l’espansione della produzione di energia fossile (petrolio e gas naturale) e nucleare; l’incidente potrebbe però convincere numerosi deputati e senatori, finora incerti, a ritirare il loro sostegno alla ripresa delle trivellazioni.
L’Amministrazione ha nel frattempo deciso di sospendere tutte le attività offshore fino a che non saranno state accertate le cause del disastro; domani Barack Obama sarà in Lousiana, dove visiterà le zone colpite dalla marea nera e verrà informato sulle iniziative in corso per arginare la fuoriuscita di greggio dal pozzo sottomarino gestito dalla British Petroleum.
Mgi
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