Marea nera/ Obama oggi in Louisiana, l’onda del greggio cresce


Washington, 2 mag. (Ap)
– Oggi Barack Obama giungerà in Lousiana per verificare di persona l’entità del danno provocato dalla marea nera dopo l’incidente della piattaforma offshore “Deep Water Horizon”; una marea che tocca ormai le coste di quattro stati del Golfo del Messico, e che ha triplicato le proprie dimensioni in 24 ore. La macchia nera – approdata ieri sulle coste della Louisiana – si sta muovendo più in fretta ed allargando più rapidamente di quanto stimato, fino a raggiungere una superficie di quasi 10mila chilometri quadrati. Le conseguenze ambientali sono catastrofiche e difficilmente valutabili ancora per la fauna, la flora, l’equilibrio del mare, le coste di Mississippi, Florida, Louisiana, Alabama.

Quanto alla quantità di greggio riversatasi in mare, l’Università ha escluso che la stima di mille barili al giorno avanzata da alcune fonti possa essere accurata, in quanto insufficiente: d’altronde, una valutazione precisa è difficile perché si basa sulla quantità di greggio affiorata in superficie, mentre è impossibile accertare quanto se ne sia depositato sul fondo marino. Il presidente dovrà ispezionare anche le misure varate per fermare la marea: le barriere attorno alle aree protette, l’impegno dell’esercito e della marina.

Per Obama, un impegno mediatico essenziale; tanto più che il presidente viene aspramente criticato sia per la decisione di far ripartire le trivellazioni nel Golfo del Messico, sia per quelli che secondo il New York Times sono i ritardi dell’amministrazione nella gestione della crisi. Senza contare i guai personali, con le ‘rivelazioni’ del tabloid scandalistico National Enquirer secondo cui nel 2004 l’allora senatore ebbe almeno un incontro segreto con una collaboratrice. Magari pettegolezzi di bassa lega, ma colpiscono l’immagine di Obama proprio mentre il presidente affronta la sua peggiore crisi interna. Una crisi che ricorda tanto l’uragano Katrina che devastò l’immagine di George W: Bush e colpì, anche quello, la Louisiana.

La produzione di greggio intanto è stata fermata su due piattaforme petrolifere nel Golfo del Messico, mentre una terza è stata sgomberata per motivi precauzionali: lo hanno reso noto le autorità federali statunitensi. Washington aveva ordinato un’ispezione di tutte le piattaforme offshore all’indomani dell’esplosione della “Deep Water Horizon”.

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